The Scrimms: in arrivo su Facebook una serie animata provocatoria

Se amate i cartoon ma, ancor di più, se amate Facebook e tutto quanto possa ruotare attorno ad esso, allora, di certo, sarete ben lieti di gustarvi la visione di una nuova ed interessante serie animata in arrivo, nelle prossime ore, sul social network per eccellenza, visionabile direttamente dal proprio computer o, a seconda della disponibilità, da un qualsiasi altro dispositivo mobile che consenta di connettersi ad esso.

Infatti, a partire da domani, su Facebook sarà in onda The Scrimms, una serie animata, etichettata come trhiller, costituita da un totale di 8 episodi, ciascuno dei quali della durata di ben 30 minuti, che, secondo quanto preannunciato, andrà a narrare, in chiave decisamente provocatoria, la vita di un intera famiglia su Facebook, costituita da 21 strambi soggetti, lacerata dall’avidità, dall’ossessione ma, sopratutto, dalla perdita della propria privacy.

Facebook Mobile, nuove impostazioni per la privacy

Facebook Mobile

Anche gli utenti Facebook Mobile (circa 200 milioni al mese, secondo stime recenti) hanno da oggi l’oppurtunità di salvaguardare la propria privacy. Tutti coloro che si collegano al social network da un cellulare o da uno smartphone, senza usare applicazioni dedicate, potranno contare su nuove opzioni per la sicurezza.

In particolare, per gli utenti Facebook Mobile è disponibile un nuovo menu che permette di regolare le opzioni privacy per quanto riguarda le applicazioni sviluppate dalle terze parti, come FarmVille per esempio.

Project Titan a rischio privacy?

L’annuncio della nascita di Project Titan, il servizio di messaggistica centralizzato targato Facebook ha suscitato commenti entusiastici in tutto il mondo. Tuttavia sarebbe sbagliato accettare passivamente ogni commento senza porci domande su una questione delicata come quella della privacy.

Il problema della privacy è molto sentito dai blogger di IoChatto, soprattutto quando riguarda il social network di Facebook, che già in passato ha mostrato scarsa attenzione per i nostri dati personali. E torna prepotentemente alla ribalta con l’arrivo di Titan. Proprio ieri abbiamo detto che, in qualche modo, Project Titan somiglia a Google Wave. Ma Wave non è l’unico prodotto di casa Google che può essere accostato all’ultimo nato di casa Facebook.

Chi di voi ricorda Google Buzz? Ebbene, quando Buzz arrivò sul mercato, circa otto mesi fa, la stampa specializzata affermò che Google aveva rivoluzionato il social networking con l’integrazione del microblogging all’interno di Gmail. Ma Buzz non ebbe il successo sperato, anzi il servizio di Google fu letteralmente inondato di lamentele da parte degli utenti che vedevano esposte pubblicamente le loro email e le informazioni personali, e di conseguenza venivano continuamente bersagliati dallo spam.

Privacy Facebook, intervista a Christopher Cox

Christopher Cox, vicepresidente dell’unità Product di Facebook, ha rilasciato un’interessante intervista al reporter Matt Hartley del National Post, riguardo le nuove modifiche alla privacy. Eccone una parte.

Zuckerberg sulla privacy: Abbiamo sbagliato.

Mark Zuckerberg torna sui suoi passi e decide di esporsi dopo le polemiche legate alle falle della privacy su Facebook, finite addirittura sulla copertina del Time Magazine.

Il CEO del Social Network più bersagliato del momento ha deciso di rispondere alle accuse con una mail che è poi stata pubblicata sul blog di Robert Scoble, un esperto di marketing.

OpenBook, la privacy su Facebook non esiste

Chi si fida di Mark Zuckerberg? Nessuno, verrebbe da dire. Perché il creatore di Facebook, o forse solo furbo ladruncolo di idee geniali, anche se ricco e famoso, di certo non sembra interessarsi dei 400 milioni di utenti che ogni giorno affollano i profili del SN. Adesso, a insidiare la buona fede di questo ventiseienne in carriera, specialmente per quanto riguarda le falle nelle impostazioni sulla privacy di Facebook,  arriva anche un gruppo di ingegneri di San Francisco, che ha creato un sistema per svelare quanto siano profonde queste mancanze: è arrivato OpenBook.

Titolo emblematico, OpenBook significa proprio “libro aperto“, ed è un vero e proprio motore di ricerca di updates dei profili Facebook. Da OpenBook si possono scoprire le cose più disparate: tradimenti, giudizi su capi e su mariti, confessioni. Inconsapevolmente, ognuno di noi lascia sulla propria bacheca messaggi che parlano della nostra vita e della nostra intimità. Spesso, questi status non sono protetti e vagano per il web finché qualcuno, attraverso furbe parole chiave, non le scova.

Facebook: le nuove impostazioni della privacy non convincono gli utenti

facebook niente privacy

Le nuove impostazioni della privacy volute da Facebook, avrebbero dovuto, in teoria, darci maggiore controllo per proteggere i dati sensibili con più sicurezza. Ma è davvero così?  Andando nelle impostazioni della privacy di Facebook ci ritroviamo davanti una serie di campi da selezionare per decidere chi può visualizzare le nostre informazioni del profilo. Tutto sembra immutato, ad eccezione di un piccolo particolare: è scomparsa la possibilità di non rendere pubblica la lista degli amici che ci seguono su Facebook, e questo di fatto toglie agli utenti la possibilità di rimanere “invisibili” sul web.

Facciamo un esempio pratico, immaginando di voler nascondere a una o più persone il fatto di esserci iscritti a Facebook. Un utente può scegliere di non consentire che il suo profilo venga indicizzato dai motori di ricerca come Google, e magari anche limitare la ricerca interna di Facebook ai soli amici. Tuttavia, se un estraneo, navigando sul web, s’imbatte in un profilo di qualcuno e trova la nostra foto o il nostro nome nel suo elenco di amici, ecco svanire la nostra pretesa di anonimato.

Google ha indicizzato 52 milioni di gruppi Facebook

google-gruppi-facebook

Sembra che Google abbia indicizzato ben 52 milioni di gruppi Facebook. La novità riguarda i gruppi pubblici, quelli cioè le cui impostazioni di privacy sono settate per essere visibili a tutti. In realtà, il team di Google ha dichiarato che gli “open groups” sono sempre stati indicizzabili, tuttavia la quantità di informazioni ora disponibili è cresciuta notevolmente nelle ultime settimane. Questo perchè il motore di ricerca sembra in grado di indicizzare anche le discussioni aperte dai partecipanti, e questa è una grossa novità.

Il comportamento di Google comporta qualche disagio per la privacy degli utenti, ma per Facebook rappresenta un vantaggio. La ragione principale è che Google è uno dei fattori principali di traffico verso Facebook, se non il più grande. Con oltre 52 milioni di gruppi, e ben 745 milioni di pagine finora indicizzate, la quantità di traffico verso il sito è destinata a crescere ancora di più.

Facebook Replies e un lucchetto per la privacy

facebook replies

Ieri sono entrate in funzione le “replies” di Facebook, conosciute anche con il nome di friends tag, perchè ci consentono di taggare gli amici nei nostri aggiornamenti di stato. Come già detto, il funzionamento è simile a quello delle replies di Twitter, basta scrivere un messaggio, aggiungere il simbolo “@” e le prime lettere del nome della persona che volete taggare. Il nome verrà completato automaticamente e il tag inserito nell’aggiornamento. Ma le similitudini con Twitter finiscono qui.

Facebook ha inserito un’altra novità nelle sue replies, che progressivamente sarà aggiunta a tutti gli aggiornamenti di stato e ai link: un lucchetto per la privacy. Accanto al nome della persona taggata può capitare di vedere il simbolo del lucchetto. Cliccandoci sopra sarà possibile scegliere chi può visualizzare il messaggio, se soltanto voi e quella persona, oppure tutti gli amici. Ma attenzione: se usate come browser Mozilla Firefox è possibile che il lucchetto non sia cliccabile, o che addirittura non compaia nel messaggio. Con Internet Explorer invece dovreste essere in grado di impostare le nuove opzioni di privacy con tranquillità.

Di seguito, ecco un video che spiega come utilizzare le nuove caratteristiche di Facebook.

Canada: Facebook deve tutelare di più gli utenti

FacebookAlla fine, il verdetto della commissione Canadese sul problema privacy è stato stabilito: Facebook deve rivedere i suoi termini d’uso e modalità di disattivazione dell’account utente. E’ questo ciò che possiamo leggere nei report ufficiali. La società di Zuckerberg ha risposto bene alle direttive canadesi e ha iniziato a mettersi al lavoro. 12 mesi, questo è il tempo che sarà necessario a modificare il tutto. Un lavoro che non coinvolge solo il social network ma anche tutti i servizi e aziende ad esso correlate.

Anche Facebook accorcia gli URL, ma lo fa a pagamento

La ricerca da parte di Facebook di nuove forme di guadagno sta spingendo anche Facebook verso la possibilità di adottare un indirizzo web breve, da tenere facilmente in memoria, per i profili personali degli utenti. Ma a differenza di Google Accounts e di Twitter, che offrono un servizio analogo gratis, sembra che Facebook abbia intenzione di agire diversamente. A molti utenti satrebbero state rivolte domande sulla possibilità di essere disposti a pagare o meno, per ottenere un Url personalizzato (chiamato anche Nice Url o Vanity Url), e se la maggior parte delle risposte sarà “sì”, Facebook potrebbe in teoria guadagnare milioni di dollari per quest’impresa.

Ma il punto è: pagare Facebook per ottenere un indirizzo web più “friendly” è davvero necessario?

Facebook: Sparapani è pronto ad entrare in azione

Facebook si fa più furbo ed astuto. In questi giorni ha assunto un nuovo direttore della Public Policy: Timothy Sparapani, un anziano avvocato della American Civil Liberties Union (ACLU). Sicuramente l’entrata di questo personaggio avrà un forte impatto sui nuovi termini di privacy per gli utenti del social network.

Per chi non lo sapesse, L’ACLU è nota per la sua energica difesa della privacy nelle questioni della rete internet. Recentemente Facebook ha apportato nuovamente cambiamenti ai suoi termini di servizio e dopo le denunce fatte da parte di alcuni utenti e sostenitori della privacy ha istituito nuovi documenti che regolano i processi tra il periodo di osservazione degli utenti e l’utente stesso in fase di voto sulla proposta di modifiche al sito.

Facebook: ecco le novità sulla privacy

Qualche settimana fa vi avevamo preannunciato che Facebook avrebbe reso i profili visualizzabili a tutti. In questi giorni ciò si avvera: chiunque lo vorrà potrà settare “visualizzabile a tutti” le opzioni legati alla propria privacy, sarà possibile selezionare tutti i contenuti della propria pagina oppure selezionare solamente gli aggiornamenti sullo stato, Links, Wall Post, informazioni di base, dati personali, informazioni sull’istruzione, Informazioni sul lavoro, foto, video e molto altro ancora.