Vine, la startup acquisita da Twitter e divenuta poi un’app grazie alla quale registrare microvideo della durata di 6 secondi da condividere con i propri followers ed anche con gli amici su Facebook, non ha avuto esattamente l’esordio che il team del cinguettante social network si aspettava.
Infatti, a pochi giorni dal suo lancio su App Store l’app è stata subito declassata da Apple a causa del sempre maggior quantitativo di video classificati come porno che gli utenti hanno iniziato a postare.
Tenendo conto di ciò Twitter aveva fatto sapere ai propri utenti che l’app integrava un apposito strumento mediante cui segnalare i video con contenuti inappropriati e che, qualora tali, sarebbero stati rimossi.
Nel corso delle ultime ore, però, la questione porno è tornata a farsi sentire e, questa volta, ancor più forte di prima.
Da qualche giorno, infatti, è stata rilasciata una nuova versione di Vine e l’aggiornamento mira a tenere alla larga i minorenni.
Inizialmente il limite di età era stato fissato a 12 anni ma conseguenzialmente allo scatenarsi delle proteste contro l’applicazione per l’eccessivo numero di filmati pornografici, tra i quali anche uno “selezionato dalla redazione”, le cose sono cambiate.
Sotto costrizione di Apple, Vine, infatti, è stata costretta a trasformarsi in un’app +17, così come normalmente vengono marcate le app con contenuti quali violenza, droga o sesso.
In effetti su App Store non vi è alcuna forma di pornografia ragion per cui è sufficiente che un’applicazione faccia qualcosa di moralmente non irreprensibile per cadere nella classificazione per adulti.
Non si tratta comunque di una conseguenza grave poichè l’app continua comunque a essere indicizzata sullo store e gli utenti possono normalmente raggiungerla, solo rimarrà fuori dalla portata di quei device iOS su cui sono stati attivati i controlli parentali in modo tale da non andare a coinvolgere i minori.
Via | Ars Technica