McDonald’s smentisce le accuse di razzismo su Twitter

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La catena di fast food McDonald’s sembra essere diventata il bersaglio preferito non solo degli attivisti e dei salutisti, ma pure dei buontemponi della Rete. Dopo lo spot realizzato dalla Physicians Committee for Responsible Medicine che sottolinea i rischi di una dieta a base di hamburger, patatine, pollo fritto e bibite gassate, cliccatissimo su YouTube, adesso è il turno di Twitter.

Tutto è cominciato quando un utente ha caricato su TwitPic, il servizio di condivisione foto di Twitter, una foto presa dal sito McServed, archivio online di foto buffe scattate nei fast food di McDonalds. La foto ritraeva una locandina del McDonald’s dove c’era scritto che i clienti afro-americani adesso erano tenuti a pagare un supplemento di 1.50 dollari a ordinazione. Una specie di assicurazione resa necessaria in seguito a diversi furti e rapine da parte di persone di colore.

La foto è stata retwittata centinaia di volte, seguita dall’hashtag #seriouslymcdonalds, ed ha fatto poi il giro del mondo. Ma per fortuna si trattava solo di una bufala. Infatti la foto è un vecchio meme del 2010, ma poco noto ai twitteri che hanno subito accusato McDonald’s di comportamento razzista.

Lo stesso McDonald’s si è affrettato a smentire quella che è ormai nota come la seriously McDonald’s picture sul suo account Twitter ufficiale, ripetendo in continuazione lo stesso messaggio: è solo una bufala. Adesso si tratta solo di vedere se Twitter riuscirà a rimediare al danno d’immagine che il social stesso ha creato.

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