Facebook mette a rischio il lavoro

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Se sei una persona che con Facebook ci lavora avrai sicuramente dei vantaggi da trarne, ma se invece ti occupi di tutt’altro, Facebook potrebbe essere l’inizio della tua rovina. Alle aziende, infatti è sempre più chiara l’idea di dettare delle regole per garantire l’uso e non l’abuso dei social network sulle reti aziendali da parte dei dipendenti. Ma analizziamo un po’ la situazione. La prima messa a fuoco, va fatta sul tempo di sosta su Facebook durante l’attività di lavoro (considerata quindi come attività extra lavorativa).

Durante l’orario di lavoro, il lavoratore quindi si sottrae alla sua mansione per poter godere dell’ assenteismo virtuale. Questo può essere di due tipi: uno legale ed uno illegale. Nel caso parliamo di quello legale, è il momento di relax che il lavoratore invece di passare alla macchinetta del caffè oppure in chiacchiere con un collega, passa su Facebook. Quello illegale è invece nella espressione di un comportamento inadeguato, che non curante delle faccende lavorative da sbrigare porta il lavoratore a chattare con i propri amici sul social network.

Molti datori di lavoro ed Aziende di medio – grandi dimensioni, per far si che questo non avvenga hanno deciso di razionalizzare l’utilizzo della rete esterna, facendo installare dei firewall a monte della rete e generando quindi il blocco di siti come Facebook, Twitter e YouTube sia nell’orario di lavoro (sbloccandolo quindi ad esempio per la pausa pranzo), sia definitivamente, non permettendo l’accesso ai siti web. Purtroppo per i lavoratori, entrambi i provvedimenti sono leggittimi, infatti secondo le Linee Guida per posta elettronica e Internet pubblicati dal Garante della Privacy il 1 Marzo del 2007, queste due soluzioni sono attuabili anche se sicuramente rendono impopolare il datore di lavoro oppure chi ha fatto questa scelta in Azienda.

Fatto sta che come tutela del posto di lavoro, data la situazione attuale, è meglio che al social network ci si colleghi da casa.

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