Germania: privacy dei dipendenti prima di tutto

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Si è tanto parlato delle possibilità offerte in mezzo mondo ai datori di lavoro di “spiare” i propri dipendenti di quello che fanno e come trascorrono la loro vita privata anche al di fuori dell’ufficio, utilizzando i social network ed in particolare sfruttando il motore di Facebook. Di questi discorsi, si sono riempiti interi fascicoli nei settori delle risorse umane nelle aziende e soprattutto si è diffuso un senso d’ansia in tutti i dipendenti, che si sentono sempre sotto esame sapendo che i propri profili di Facebook dovevano avere una sorta di serietà imposta.
Ma come è ben noto, più che informazioni da curriculum l’account di Facebook include informazioni sugli orientamenti sessuali, le situazioni familiari e le foto che fanno una chiara documentazione su ciò che si fa e ciò che si è fatto.


In Germania la situazione sta cambiando un po’. La situazione del controllo da parte dei superiori sui dati personali è finita sotto esame delle autorità tedesche che stanno mettendo a punto una sorta di “voglia di legiferare” sulla questione. L’idea è che i datori di lavoro non potranno utilizzare le informazioni provenienti dai sociel network come scusante per licenziare i dipendenti e stessa sorta avranno i candidati a posizioni di lavoro che vanno giudicati per concorso e non per storia di vita vissuta. Nel testo di Legge che si dovrà mettere a punto, sono state contemplate anche altre attività che sono da considerarsi come una spia: parliamo del controllo attraverso telecamere di sicurezza, il controllo della posta elettronica, l’intercettazione delle telefonate e quanto altro seppur questo avviene utilizzando i canali aziendali.
Nel testo è stato nominato Facebook, ma anche Twitter, MySpace, Flickr e YouTube. Questi siti da sempre accusati di abbassare il livello di produttività del lavoratore, sono stati inclusi nella rete. Menzione particolare, invece, hanno avuto i siti per i professionisti come LinkedIn che sono stati severamente vietati negli uffici. Il Grande Fratello di Internet viene così a farsi tutelare dalla legge.

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