Le aziende italiane non amano Facebook

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Facebook aziende italiane

Le aziende italiane odiano Facebook. E’ quello che emerge da una interessante ricerca sull’uso dei social network in ufficio, svolta in America, Europa, Asia ed Oceania.

Il quadro che viene fuori è piuttosto negativo per gli impiegati italiani, più delle metà infatti non può accedere a Facebook dall’ufficio.

A ben il 52% dei dipendenti delle aziende italiane è vietato l’accesso a Facebook, la media negli altri paesi è invece del 41%. Più bassa la percentuale di Twitter, solo il 36% degli impiegati non può “cinguettare” online dal posto di lavoro. Ma questo dato stupisce solamente in parte, dato che Twitter è ancora un fenomeno di nicchia dalle nostre parti.

Sono molte le aziende che hanno bloccato interamente l’accesso a Facebook ed altri social network, se non per motivi strettamente professionali. Gli esempi più recenti riguardano la sezione toscana della CGIL e la Regione Lazio, i dipendenti non possono in alcun modo accedere a Facebook, Twitter, YouTube ed altri siti sociali,  con le dovute eccezioni per quanto riguarda contatti e comunicazioni professionali.

Il motivo di questo rifiuto verso i social network è facilmente comprensibile e giustificabile. Siti come Facebook e YouTube fanno perdere molto tempo, i dipendenti “perdono tempo” sui social network e sono meno produttivi sul lavoro, almeno secondo dirigenti e manager delle varie società.

La questione è piuttosto spinosa, da anni gli uffici di tutto il mondo (e non solo italiani, bisogna essere onesti) cercano di bloccare l’accesso alla rete da parte dei propri dipendenti, anche se, a conti fatti, risulta praticamente impossibile vietare l’accesso al web. Molte aziende si limitano, come abbiamo visto, a vietare l’uso dei social network, ma anche in questo caso, con risultati piuttosto scarsi, se pensiamo a quante persone aggiornano lo stato di FB o guardano video di YouTube dal proprio ufficio, aggirando facilmente blocchi e divieti.

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