Facebook sarà accessibile anche ai non vedenti

Facebook, oramai è cosa certa, è il servizio di social networking maggiormente diffuso tra gli utenti di tutto il mondo e molto presto potrebbe riuscire a conquistare un’ulteriore ed importante fetta d’utenza quale quella costituita dai non vedenti.

Infatti, mediante la realizzazione di un nuovo software frutto del lavoro dei ricercatori del Department of Programming Languages and Systems dell’Università spagnola di Granada il social network di Mark Zuckerberg ben presto potrebbe diventare accessibile senza alcun tipo di problema anche ai ciechi.

Sino a questo momento l’unico social network realizzato specificatamente per utenti senza vista era Blindworks ma considerando le intenzioni dei ricercatori spagnoli le cose ben presto potrebbero cambiare.

Il piano realizzato dal team di ricercatori consiste, nel dettaglio, nell’implementare un modulo software capace di  adattare Facebook alle esigenze specifiche di tutte quelle persone non vedenti.

Il principale ideatore di questo lavoro è stato Josefa Molina Lopez che coadiuvato da Nuria Medina, componente dell’Università di Granada, ha diretto la fase di pianificazione e sperimentazione.

Da notare che l’idea di realizzare un prodotto di questo tipo nacque già qualche tempo fa in seguito alle accuse lanciate dalla ONCE, l’organizzazione nazionale spagnola per le persone non vedenti, ai vari servizi di social networking realizzati esclusivamente per rispondere alle esigenze degli utenti normodotati risultando, di conseguenza, non accessibili ai ciechi, almeno non nella maggior parte dei casi.

Ovviamente nel caso in cui il progetto venga effettivamente messo in atto ed applicato su larga scala non solo permetterebbe a Facebook di ottenere la stima di tutti gli utenti non vedenti garantendo loro l’accesso ad un servizio tanto diffusso quanto radicato a livello mondiale ma, per di più, garantirebbe a Mark Zuckerberg ed al suo team di poter disporre di una marcia in più rispetto a tutte le altre risorse di social networking.

Via | La Stampa