Il dating online e i social network (prima parte)

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Molti conoscono Meetic.it, un sito che permette i cosiddetti “appuntamenti online” tra persone single che cercano l’amore. In Italia il fenomeno è molto diffuso, basti pensare al fatto che Meetic conta circa sette milioni di iscritti italiani. Più che un insieme di annunci pubblicitari per persone che soffrono di solitudine e che vogliono incontrare l’anima gemella, i siti di dating online stanno sempre più diventando dei veri e propri social network.

 

Infatti, la giornalista Elena Tebano del Corriere.it ha studiato a fondo la questione considerando che ad oggi il dating online è lo strumento più utilizzato per poter raggiungere il partner desiderato anche se si è a distanza. Internet è il mezzo attraverso il quale si può estendere la propria voglia di socializzare, la propria vita. Ma la socialità può essere alimentata anche uscendo, frequentando locali, pub, discoteche, luoghi dove è possibile conoscere in una sola sera molte persone.

 

 

Allora ci si chiede giustamente qual è il vero motivo per il quale i social network e i siti di dating siano così gettonati. Alcuni sostengono che socializzare in città è difficile, soprattutto se si frequenta sempre la stessa cerchia di amici o di colleghi e questi sono tutti in coppia. Altri, invece, affermano che è molto difficile fare amicizia nei locali o nelle discoteche dove il rumore assordante della musica non certo favorisce la conversazione e il conoscersi. E allora si preferisce lo schermo di un pc dove molte cose possono essere dette anche se ci si vergogna.  Infatti, lo psicologo Alessandro Gabbiadini, docente presso l’Università Bicocca di Milano, afferma:

 

“Usare un nickname aiuta di ridurre la paura del rifiuto o di disapprovazione da parte degli altri: è anche per questo che spesso online ci si trova a raccontare episodi intimi e personali a perfetti sconosciuti, sicuri di non essere in ogni caso rintracciabili nel mondo reale. E Internet offre un ambiente protetto per gli utenti, che hanno un maggiore controllo sul processo di comunicazione”.

Foto Credits| Robert Bejil Photography su Flickr

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