Facebook spia i messaggi privati degli utenti per fare pubblicità?

Facebook spia i messaggi privati degli utenti per fare pubblicità?

Grazie ad uno studio reso noto giorni fa è stato possibile apprendere che al fine di comprendere i fallimenti delle interazioni Facebook è in grado di leggere anche gli aggiornamenti di stato non pubblicati dagli utenti (non si tratta di magia bensì di monitoraggio invasivo!).

Oltre che leggere gli aggiornamenti di stato mai pubblicati Facebook pare faccia un qualcosa di simile anche con i messaggi privati. Stando infatti a quanto emerso in rete nelle ultime ore Facebook spierebbe i messaggi privati degli utenti per fare pubblicità.

Pubblicità su Facebook: come impedire l’uso del nome e della foto

Pubblicità su Facebook: come impedire l'uso del nome e della foto

Qualche giorno fa il team di Facebook ha spedito un’email a tutti i suoi iscritti per segnalare l’aggiornamento della Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità.

Tra le varie informazioni segnalate agli utenti ciò che più di ogni altra cosa è saltata all’occhio è stata la nota facente riferimento al modo in cui Facebook sfrutta alcuni dati degli utenti, in particolare la foto del profilo ed il nome degli stessi. Il team di Facebook ha infatti dichiarato che tali dati possono essere sfruttati per la pubblicità sul social network apparendo come parte di un annuncio visualizzabile dagli amici.

Instagram, ecco perché i video durano 15 secondi

Instagram, ecco perché i video durano 15 secondi

La nuova funzione di Instagram grazie alla quale registrare brevi video con il proprio smartphone e condividerli poi con gli altri utenti è già un successo, così come dimostrato anche dalle cifre rese note dallo stesso team dell’app.

Buona riuscita della nuova feature a parte è tuttavia interessante interrogarsi relativamente al motivo in base al quale Facebook ha scelto di far girare su Instagram filmati lunghi 15 secondi, vale a dire più del doppio rispetto a quanto è possibile fare servendosi di Vine.

Facebook ha acquisito Atlas da Microsoft

Facebook acquisizione Atlas Microsoft

La notizia è dell’ultim’ora: Facebook ha effettuato l’acquisto di Atlas da Microsoft per la “modica” cifra, secondo le indiscrezioni, di 100 milioni di dollari.

Atlas, per chi non lo sapesse, altro non è che l’ultimo tassello rimasto dell’operazione aQuantive nonché l’ultimo asset di valore di Microsoft che l’azienda aveva cercato di tenere in vita nel tentativo di trovare degli acquirenti.

Facebook e la pubblicità, tutte le novità illustrate da Sheryl Sandberg

Facebook pubblicità

Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook, ha spiegato, nel corso di una recente conferenza tenutasi a New York, come il celebre social network in blu stia raffinando sempre di più le strategie mediante cui riuscire a vendere annunci promozionali.

Nel corso degli ultimi mesi, infatti, il team di Facebook ha parecchio accelerato le sperimentazioni in tal senso, così come dimostrato anche dal recente lancio di Gifts, il nuovo sistema mediante cui gli iscritti a Facebook hanno la possiiblità di farsi dei regali proprio mediante il social network e che ha già sollevato il titolo in Borsa del 6%.

Facebook e il nuovo modo di fare pubblicità su mobile

Facebookadvertising mobile

Mark Zuckerberg è pienamente convinto che per Facebook sia necessario rinnovare il proprio modo di fare pubblicità e perchè ciò avvenga è indispensabile adottare un sistema di advertising tutto, o quasi, nuovo e, sopratutto, dedicato al mondo mobile al quale, tra le altre cose, il giovane CEO ha recentemente dichiarato di voler prestare maggiore attenzione.

È esattamente questo ciò a cui il social network in blu più celebre al mondo è andato incontro nel corso degli ultimi giorni: Facebook, infatti, ha dato il via alla fase di sperimentazione di un nuovo network pubblicitario che permetterà a chi lo desidera di vedere comparire i propri banner direttamente all’intero di applicazioni iOS ed Android.

Facebook ha violato i diritti degli utenti, 10 milioni di dollari in beneficenza

L’accordo risale a poco più di un mese fa ma la notizia è stata resa nota soltanto nel corso delle ultime ore: Facebook sarà obbligato a versare, entro tempi abbastanza brevi, ben 10 milioni di dollari in beneficenza ed il motivo, a quanto pare, è tutto imputabile alla violazione dei diritti dei suoi utenti.

Stando a quanto reso noto dal New York Times che, appunto, si è occupato per primo della diffusione della notizia, ad essere finiti nell’occhio del ciclone sono le cosiddette “Sponsored Stories” dei brand.

La Timeline di Facebook è solo un mezzo per vendere pubblicità?

In Rete circola una voce che, se confermata, potrebbe esporre Facebook a nuove polemiche. La questione riguarda la nuova Timeline di Facebook e il reale scopo per cui è stata introdotta. Sul blog Betabeat del New York Observer un ex CTO di Facebook ha rilasciato un’intervista nella quale dichiara che, mentre la Timeline viene spacciata come un modo per condividere le notizie e gli eventi salienti della vita degli utenti in ordine cronologico, l’obiettivo finale è quello di beneficiare gli inserzionisti che vogliono fare pubblicità ai loro prodotti.

L’ex manager, che preferisce restare anonimo, ha detto che il GraphRank di Facebook, cioè l’algoritmo che determina la classifica e il posizionamento dei contenuti sul news feed degli utenti, non visualizza necessariamente i fatti più recenti nella parte superiore della pagina, ma prende in considerazione altri parametri, compreso il pagamento diretto al social network da parte degli inserzionisti pubblicitari.

Facebook: ancora problemi legati alla privacy degli utenti

Dopo i numerosi elogi alla Timeline di Facebook, attivabile su richiesta soltanto da pochissimi giorni, il rinomato social network torna a far parlare di sé a gran voce ma, questa volta, l’argomento oggetto dell’attenzione è ancora quello concernente la privacy degli utenti.

Ad essere sotto accusa, questa volta, è il celebre e tanto amato pulsante Mi piace che mostrerebbe agli amici tutte le proprie preferenze in fatto di prodotti pubblicizzati divenendo quindi, a detta di alcuni, una sorta di valore pubblicitario utilizzabile, in modo potenziale, come mezzo mediante cui sponsorizzare prodotti di vario tipo facenti capo ai partner di Facebook.

KIA Soul: grazie alla pubblicità su Facebook impressioni e guadagni notevolmente migliorati

Il brand Kia, rientrante nel mondo dei motori, ed il modello d’automobile Soul, lanciato nel 2009, costituiscono un lampante esempio di come Facebook vada a configurarsi come un ottimo canale pubblicitario al quale attingere e mediante cui guadagnare la stima ed il favore di buona parte degli iscritti al social network per eccellenza.

Infatti, secondo quelli che sono i dati riportati dalla Kia Motors America, negli ultimi tempi e, sopratutto, conseguenzialmente alle campagne pubblicitarie avviate su Facebook, il brand in questione e, nel dettaglio, il modello Soul, ha subito un incremento d’interese da parte dell’utenza pari a ben il 13% e circa il 14% degli utenti, in seguito alla visione delle campagne pubblicitarie messe in atto, ha avuto una percezione ben diversa, in senso positivo, del marchio andando dunque, ovviamente, a suo favore.

Facebook vieta gli ads di Google dal 28 febbraio

Google AdsGoogle e Facebook continuano a farsi dispetti, in questo caso è il sito di Mark Zuckerberg che lancia una stoccata a Big G. Facebook ha deciso che dal prossimo 28 febbraio non accetterà più annunci pubblicitari targati AdSense e DoubleClick, ovvero le due piattaforme ads di Google.

Chi vorrà mettere banner pubblicitari nelle applicazioni potrà continuare a farlo, a patto che i banner stessi non siano dei due circuiti di Google, al momento però è impossibile quantificare il danno per il motore di ricerca, perchè non è chiaro quante app stiano usando annunci di AdSense o DoubleClick.

Facebook, minorenni contro la pubblicità

Facebook pubblicità minori

Due ragazzi, minorenni, di Los Angeles hanno avviato una class action contro il social network di Mark Zuckerberg. Il motivo? Secondo loro, Facebook sfrutta e rivende le preferenze che gli utenti più giovani esprimono nei messaggi pubblicitari che appaiono nel sito. Questa pratica viola le leggi della California, dove i minorenni non possono in alcun modo esprimere consensi verso la pubblicità, se non dietro autorizzazione dei genitori.

I due giovani sono convinti della loro accusa ed hanno deciso di portare Facebook in tribunale, aggiungendo anche altri capi di accusa, giusto per non farsi mancare nulla…

Facebook lancia una guida alle Facebook Ads

Ieri mattina Facebook ha lanciato una nuova area del sito in cui cerca di spiegare come si usa la sua piattaforma relativa alle Facebook Ads, cioè le pubblicità a lato del social network. Ad un primo sguardo appare come una risorsa completa che spiega come le Facebook Ads funzionano, scomponendo l’argomento nei dettagli fino ad arrivare alle pubblicità creative, alla pianificazione degli annunci, alle analisi delle segnalazioni sul rendimento della pubblicità e altro ancora.

Ma ad un’osservazione più attenta è evidente qualche problema di fondo, come l’eccesso di parti teoriche e la mancanza di vere e proprie schede pratiche con esempi, schemi, o esercizi da fare passo passo.

Il nuovo Facebook punta alla pubblicità

Nuova homepage su Facebook e tante, troppe congetture sull’evoluzione di questo popolare social network. Stamattina è comparsa la prima anteprima di come sarà Facebook, e siamo pronti a scommettere che ce ne saranno altre nei prossimi giorni.

La prima impressione è che Mark Zuckerberg sia voluto tornare al passato con le informazioni non più in cima e in orizzontale, ma in verticale a lato. La seconda è che Facebook sia sempre più orientato alla pubblicità mirata.

Sulla destra, salta subito agli occhi la colonna degli highlights che contiene foto, eventi, note e altre notizie dell’utente, scelte in base a ciò che ha condiviso con gli amici. Ma scelte da chi? Da Facebook, ovviamente, questo è il punto.