Twitter e la forza del pensiero

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Non c’è limite alla ricerca degli Universitari riguardo il nuovo mondo dei social network. Ieri abbiamo parlato della possibilità che probabilmente scopriranno i ricercatori inglesi sui cittadini di poter avere poteri di previsione, oggi invece parliamo di altro ma che non si discosta tanto dall’argomento. Le ricerche e le innovazioni, questa volta, toccano due ingegneri biomedici dell’Università del Wisconsis che stanno cercando di elaborare un applicazione per Twitter che sfrutta popodimeno che…la forza del pensiero. Tecnicamente, grazie a questa applicazione sarà possibile scrivere messaggi e scrivere blog (sempre solo di testo) sulla nota piattaforma di microblogging Twitter utilizzando solo ed esclusivamente gli impulsi provenienti dal nostro cervello. A parte la visione fantascientifica da parte di molti dei commentatori, questa possibilità sarebbe una soluzione ideale per rendere partecipi tutte quelle persone che sono affette da gravi disturbi motori e che ad oggi non possono ancora utilizzare completamente tutte le possibilità dei dispositivi elettronici, quali proprio il computer.
Vediamo in dettaglio la presentazione dei due biomedici. Si tratta di una cuffia celebrale con degli elettrodi che ricevono i segnali nervosi dal cervello e li inviano tramite collegamento USB al computer. Sul monitor appare una tastiera non QWERTY ma alfabetica dove le lettere si illuminano in sequenza. Quando guardiamo e focalizziamo la nostra attenzione su una lettera di quelle proposte, questa si illumina e viene scritta. Quindi il cervello risulta “guardare” la lettera e permette la memorizzazione sul PC. Per dare l’invio, occorre focalizzare la propria attenzione sul tasto “TWIT”. Il primo sperimentatore del sistema è il ricercatore Adam Wilson che ha scritto con soddisfazione “sto scrivendo con il mio cervello”.
Magia a parte, questo sistema è una scoperta interessante mirata a chi è affetto da LIS (Locked In Syndrome), e quindi persone che hanno paralità fisica ma non mentale. Secondo l’altro ricercatore Justin Williams: “Questi pazienti infatti non hanno la necessità di scrivere lunghe mail, ma di mantenersi in contatto con amici e persone care anche solo per far sapere che quel giorno stanno bene”.

129 commenti su “Twitter e la forza del pensiero”

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