Il governo cinese ha bloccato l’accesso a Google (ed a tutti i suoi servizi) all’interno del paese. Non è la prima volta che succede, ma è la prima volta che l’oscuramento riguarda tutti i servizi del colosso di Mountain View, compresi Mail, Documenti e Plus, giusto per fare degli esempi.
cina
Sina Weibo e la censura per l’anniversario di Tienanmen
In Cina il 4 giugno è la data in occasione della quale viene celebrata la fine delle proteste degli studenti in Piazza Tienanmen (per chi non lo sapesse, infatti, il 4 giugno del 1989 un rivoltoso sconosciuto affrontò, completamente disarmato, un’intera colonna di carri armati nella storica piazza di Pechino) e quest’anno ricorre il ventitreesimo anniversario.
Nonostante sia trascorso oramai parecchio tempo da quell’avvenimento e nonostante Deng Xiaoping, il presidente responsabile dell’eccidio, sia morto nel 1997 e non controlla più il Paese dal 1992, in Cina la libertà di opinione non viene ancora riconosciuta come un diritto, o almeno non totalmente, ed a dimostrazione di ciò vi è il forte grado di censura che è stato applicato a Sina Weibo.
Weibo e la censura a punti
Proprio nel corso delle ultime ore Sina Corp. ha annunciato ufficialmente l’entrata in vigore di un nuovo codice di condotta che tutti gli utenti che si servono di Weibo, la celebre piattaforma di microblogging disponibile per gli utenti entro i confini della grande muraglia, dovranno prendere in seria considerazione.
Le nuove condizioni sono state imposte direttamente dal governo conseguenzialmente alla pubblicazione in rete di false notizie informazioni facenti riferimento alla messa in atto di un presunto colpo di stato politico.
Facebook: il Tibet vuole la sua capitale anche nel profilo utente
La rete no-profit Tibettruth ha lanciato una campagna online affinché Facebook modifichi alcune impostazioni del profilo, nello specifico la scelta del luogo di nascita e di residenza, e permetta ai Tibetani di indicare Lhasa come città che fa parte del Tibet, anziché della Cina.
La rete di Tibettruth intende lottare per l’indipendenza per il popolo del Tibet anche sul social network di Mark Zuckerberg, che a quanto pare stenta a riconoscere Lhasa come capitale del Tibet, e a questo scopo sta approntando la prima petizione online, come riporta sul suo sito.
We are asking that Facebook kindly review its current profile format to enable Tibetans to select, as their hometown Lhasa, TIBET.
Currently when Tibetans open an account they are denied that choice and can only select ‘Lhasa, Xizang, China,’ as option that endorses the bogus claim that Tibet is part of China.
Dalla fusione di Youku e Tudou nasce Youku Tudou, il rivale cinese di YouTube
In Cina, nel corso delle ultime ore, ha preso il via la nascita di quello che potrebbe e dovrebbe andarsi a configurare come il nuovo colosso rivale di YouTube.
Si tratta, nel dettaglio, di Youku Tudou, un servizio nato conseguenzialmente all’accordo di fusione tra quelle che sono le due principali piattaforme di condivisione video del paese asiatico Youku e Tudou, appunto.
Mark Zuckerberg studia il mandarino per conquistare la Cina
Con oltre 800 milioni di utenti registrati, Facebook è senza dubbio il social network più popolato di tutti i tempi. Il sito di Mark Zuckerberg piace proprio a tutti, c’è un paese però che Zuck e soci non riescono proprio a conquistare. Parliamo della Cina ovviamente, che potrebbe rappresentare per Facebook uno dei mercati più importanti in assoluto.
Eppure, in Cina, il sito di Mark Zuckerberg non ha ancora sfondato, vuoi per la censura imposta dal governo locale, vuoi per la forte concorrenza di social network cinesi. Per provare ad ottenere successo in Cina, Zuck ha iniziato da qualche tempo a studiare il mandarino.
Facebook, non ci sono piani per l’approdo in Cina
Da tempo si parla di uno sbarco di Facebook in Cina, ma da poche ore Zuckerberg ha ufficialmente smentito di avere piani per quanto riguarda il mercato cinese. Facebook non aprirà uffici in Cina, almeno sul breve periodo, contrariamente a quanto si credeva.
Il motivo? Facebook ha ancora tantissimo lavoro da fare per conquistare altri paesi, Facebook è ancora poco utilizzato nei paesi dell’Est Europa per esempio, prima di sbarcare in Cina Zuckerberg vuole conquistare il mondo.
Twitter disponibile anche in lingua cinese
Da oggi Twitter è ufficialmente disponibile anche in cinese, una decisione che in rete ha generato più di un sorriso, visto che Twitter è inaccessibile in Cina. La traduzione in lingua cinese è già disponibile per tutti gli utenti, non si tratta di una scelta poi così assurda, considerando che ci sono milioni di cinesi che vivono all’estero e possono quindi accedere al sito senza problemi.
Twitter punta ad espandersi e la traduzione in cinese è solamente il primo passo, nei prossimi mesi il sito sarà tradotto in molte altre lingue per essere accessibile ad un sempre maggior numero di utenti.
Facebook, un nuovo social network per la Cina
A febbraio Mark Zuckerberg aveva visitato gli uffici di Baidu, il principale motore di ricerca cinese che muova circa l’83% del traffico web in Cina. Adesso scopriamo i motivi di quella visita, perchè a quanto pare Facebook e Baidu potrebbero presto stringere un accordo per lanciare un nuovo social network.
In altre parole, Zuckerberg vorrebbe provare ad entrare nel mercato cinese, ma non con Facebook, bensì con un social network studiato appositamente per il pubblico locale, per fare questo l’azienda americana si sarebbe alleata con Baidu.
LinkedIn bloccato in Cina
E’ successo a Facebook, a Google, a Twitter ed ora anche a LinkedIn, il social network professionale dedicato all’utenza business è stato bloccato in Cina e non è più accessibile dagli utenti cinesi.
Il motivo di questo blocco non è del tutto chiaro, al momento non sappiamo se LinkedIn tornerà mai ad essere accessibile in Cina, i vertici del social network sono al corrente della situazione e stanno cercando una scappatoia per riportare online il sito.
Renren, leader tra i social network cinesi
Renren è il social network più popolare in Cina, tanto che recentemente ha tagliato il traguardo dei 160 milioni di utenti iscritti, tantissimi, se pensiamo che il suo diretto concorrente Kaixin001 conta poco più di 90 milioni di iscritti.
Il social network è stato creato da alcuni studenti dell’università di Hong Kong e sta riscuotendo un successo sempre maggiore in Cina, essenzialmente Renren offre le stesse funzioni di Facebook, ma è pensato appositamente per il pubblico locale, per questo non è bloccato dal governo, come succede invece al sito di Mark Zuckerberg.
Facebook e il rapporto con la Cina
Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha deciso di fare un viaggetto ed andare in Cina, come vi avevamo già scritto qualche giorno fa…In questo luogo in cui il suo social network è stato vietato da un po’ di tempo. Il giovane Mark, definito uomo dell’anno dal Time, è stato accolto con molta gioia negli uffici di Baidu, il motore di ricerca cinese che censura in maniera pressante la ricerca sul web di tante realtà.
Il pranzo che si è svolto tra Mark Zuckerberg e Robin Li, risulta essere stato interessante per molti punti di vista. Secondo i rumors, principalmente, Facebook sta guardando verso la Cina, ma anche la Cina sta guardando verso Facebook.
Mark Zuckerberg in Cina negli uffici di Baidu
In queste ore Mark Zuckerberg si trova a Pechino. Il fondatore di Facebook è volato in Asia per avere un colloquio con gli i responsabili di Baidu, il motore di ricerca più famoso ed usato in Cina.
Non è chiaro però quale sia il motivo di questo misterioso colloquio tra Zuckerberg ed il fondatore di Baidu, cosa avranno da dirsi i due imprenditori?
Red Microblog, dalla Cina arriva l’alternativa a Twitter
La Cina non vede di buon occhio i social network, si tratta di strumenti liberi dove le persone possono esprimere le proprie opinioni, ma il governo cinese non approva, tanto che siti come Facebook e Twitter (per non parlare di Google), sono filtrati e controllati.
Proprio dalla Cina arriverà presto un social network alternativo a Twitter, ad uso e consumo degli utenti locali, chiamato Red Microblog, sito di microblogging che non sarà libero, ma anzi, sarà controllato e sottoposto a rigida censura.