Cina, social network cloni di Facebook e Twitter

Social network cinesi

Facebook e Twitter sono i social network più diffusi ed usati nel mondo, eppure in Cina i due siti non hanno sfondato, ed anzi, risultano praticamente bloccati ed inaccessibili dai navigatori cinesi.

Nel paese sono molto diffusi due social network “locali” che prendono in prestito tutte le principali funzioni di Twitter e Facebook.

Per la Cina, Facebook è una spia dell’Occidente

 

La dichiarazione viene fuori dall’Accademia Cinese di Scienze Sociali, un organo superiore sotto il diretto controllo del regime Cinese. Secondo questi ultimi, Facebook ed altri social network (MySpace e YouTube in primis), sarebbero dei servizi che vengono sfruttati prepotentemente dalle intelligence occidentali per raccogliere informazioni di dominio sugli altri popoli. La creazione di questi mezzi di comunicazione nasconde sotto sotto una vera e propria arma sociale.
Sembra un paradosso, ma queste dichiarazioni veramente sono state fatte. Secondo il governo cinese, non esiste alcun tipo di privacy e d’altronde gli studi dell’Accademia Cinese di Scienze Sociali, che vengono pubblicati come rapporto annuale, non si sono mantenuti in parole diffamatorie contro i social media del web made in Occidente.

Cos’è Facebook Lite?

facebook lite

Alle 2.00 circa di questa notte, orario italiano, alcuni “fortunati” utenti del più grande social network del mondo, Facebook, si sono ritrovati un messaggio da questo mittente alquanto anonimo “Facebook Staff“, che indicava chiaramente: “Sei stato selezionato come un beta tester di Facebook Lite“.

Le immagini che si sono diffuse subito on line su questa situazione, hanno sicuramente tratto in inganno molti degli utenti abituali del social network, facendolo sembrare quanto più possibile una piattaforma di microblogging. Infatti, il primo pensiero che ha sfiorato gli internauti selezionati, è stato quello del primo messaggio dovuto alla conseguenza di acquisto del noto FriendFeed.

Facebook: bloccato in Cina

La Cina ha deciso di bloccare Facebook nelle proprie reti internet nazioniali. La notizia giunge proprio in questi giorni. Non a tutti piace il fatto che milioni di persone possano rimanere connessi tra loro, inviando contenuti come immagini, video o semplicemente testi a migliaia di amici sparsi nel mondo. Tra questi si annovera il governo cinese, già conosciuto per la sua politica di controllo dei massmedia come tv, radio e internet. Per riuscire nel proprio intento, Facebook sarà aggiunto tra i siti bannati presenti sul software Green Dam-Youth Escort, un programma ideato dal regime per controllare meglio il traffico web della popolazione, non permettendo l’accesso a specifici servizi “illegali”.

Facebook non decolla in Cina

Il fenomeno di Facebook sembra necessitare di un ridimensionamento dato dalle statistiche (non ufficiali) dei paesi dell’Est. In effetti, sembra che il super network da 175.000.000 di utenti, non trovi spazio nella più grande comunità di navigatori mondiali: la Cina.
Il paese che conta circa 300 milioni di internauti, ha solo 1.000 iscritti a Facebook. Questo conferma che il paese della Grande Muraglia, ha un modo tutto suo di vivere Internet ed i fenomeni del Web. Ci è passato Google che viene quotidianamente sorpassato dal rivale dagli occhi a mandorla Baidu, oppure il provider di posta e news Yahoo che ha un concorrente spietato come Sina e Sohu. In ultimo ma non per importanza è l’inutilizzo del client di messaggistica Messenger della Microsoft sorpassato dal cinese QQ.
Secondo i rumors il flop di Facebook in Asia è dovuto ad una molteplicità di fattori quali quelli culturali, politici ed economici che insieme fanno una barriera tra Oriente ed Occidente. I sociologi cinesi discutono sul fatto che molti cittadini cinesi non hanno interesse ad ampliare la propria cultura ed e le proprie conoscenze, ma soprattutto non hanno interesse a rendersi pubblici ed infatti gradiscono i network che utilizzano nickname.
La Cina comunque ha i propri social network come Xiaonei (nato a Dicembre 2005) ed il network della Università Tsinghua di Pechino che conta oltre 15.000.000 di utenti.

Cina: nella lista nera c’è anche MSN

La Cina ha letteralmente bannato completamente 91 siti web ritenuti volgari e aggravanti contro l’etica e politica stessa del paese. Tra i mal capitati risulta anche MSN che deve necessariamente essere ripulito dalle, così chiamate, oscenità. C’era da immaginarselo, più volte la Cina ha minacciato molti di censura per i soliti motivi. I più colpiti sono soprattutto i blog, altamente controllati e tenuti d’occhio dal totalitarismo cinese perchè sono diventati i più numerosi divulgatori di notizie online. Come mai tutta questa asprezza?