Una rivolta su Twitter contro la camorra: #occupyscampia

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L’idea nasce da un tweet di una deputata del Partito Democratico, Pina Picierno. A parlare di Scampia e della difficile situazione del territorio campano era stato Roberto Saviano con il suo libro Gomorra. Oggi è bastato soltanto un semplice tweet con l’utilizzo dell’hashtag #occupyscampia per generare una vera e propria rivolta nella piazza mediatica. L’esponente politica, infatti, ha riportato sul proprio profilo il seguente messaggio:

 

“Scampia: i clan impogono il coprifuoco, come se quel territorio fosse #cosaloro. Gli facciamo capire che non è così? #basta! #occupyscampia”.

 

Questo accadeva agli inizi di febbraio quando la politica, ascoltando in radio delle regole dettate da alcuni boss locali, è scoppiata e furiosamente ha reagito alla camorra rispondendo su Twitter alle notizie che aveva appreso. Infatti, secondo le nuove regole dei boss la radio raccomandava alle donne di restare in casa, a tutti di non girare per strada la sera e per quanto riguarda i commercianti, questi sono stati invitati a chiudere i propri negozi non oltre le 19.30. A Scampia era stato ordinato il coprifuoco praticamente. A proposito di questa situazione è lo stesso Roberto Saviano che ha rilasciato una dichiarazione sulla rivista Repubblica che dichiarava:

“È un coprifuoco anomalo. Lo consigliano piuttosto che imporlo. Lo consigliano caldamente. E il calore dell’intimidazione prevede un’unica cosa: dichiarazione di guerra. Le ragioni del coprifuoco sembrano infatti le ragioni tipiche di ogni conflitto, e siccome nel 2004 la faida che scoppiò interna al clan Di Lauro di Secondigliano generò molti morti innocenti, questa volta i clan chiedono a chi vive lì di non diventare un bersaglio sbagliato. O forse non lo chiedono affatto. Accade che le persone si comportino così sentendo paura e basta.”

Pina Picierno, quindi, ha dato il via attraverso Twitter ad un dibattito molto acceso, i cui temi non dovrebbero essere dimenticati ma affrontati ogni giorno. Infatti, tanto viene fatto a livello locale per recuperare il quartiere di Scampia. Basti pensare a ciò che fanno i piccoli ma grandi protagonisti della zona come il Gridas, il Mammut, il Centro Hurtado, le  parrocchie, i comitati di cittadini, l’esperienza di Punta Corsara,  gli operatori sociali, i maestri, gli educatori.

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