Facebook, le nuove impostazioni privacy non bastano

In molti credevano che le polemiche si sarebbero placate mercoledì pomeriggio, giorno del cambiamento per Facebook e per le sue impostazioni sulla privacy. Polemiche tali da spingere il CEO del Social Network Mark Zuckerberg a scusarsi pubblicamente con i suoi utenti, e a rivedere in fretta e furia il grado di protezione delle informazioni, a stabilire nuovi standard, nuovi tools, a cancellarne altri, a dissociarsi da certe dichiarazioni che gli sono state attribuite in questi giorni.

Ma così non è stato. I massimi esperti di Social Media Marketing, i siti specialistici e i blog di tutto il mondo hanno analizzato le aggiunte e le modifiche al sistema privacy di Facebook e hanno notato delle pecche, che, ovviamente, hanno subito rese pubbliche sui loro canali.

Gli utenti di Facebook si ribellano, vogliono lasciare il Social

Dopo le accuse, gli attacchi, le polemiche lanciate a Mark Zuckerberg e al suo team, continua il fervore degli utenti e degli esperti intorno alla questione privacy su Facebook.

Secondo un sondaggio lanciato nei giorni scorsi dall’autorevole Mashable, su cinquemila voti ricevuti, più del 31% dei partecipanti avrebbe deciso di abbandonare per sempre il Social Network a causa della mancata trasparenza del gruppo di lavoro di Zuckerberg.

Zuckerberg sulla privacy: Abbiamo sbagliato.

Mark Zuckerberg torna sui suoi passi e decide di esporsi dopo le polemiche legate alle falle della privacy su Facebook, finite addirittura sulla copertina del Time Magazine.

Il CEO del Social Network più bersagliato del momento ha deciso di rispondere alle accuse con una mail che è poi stata pubblicata sul blog di Robert Scoble, un esperto di marketing.

Privacy su Facebook, il Time la mette in copertina

Non c’è pace per  Zuckerberg e i suoi.  Dopo le accuse arrivate da più fronti di non tutelare la privacy dei suoi 400 milioni di utenti su Facebook, ora per il creatore del Social Network le accuse arrivano anche dalla stampa tradizionale.

E se sul web fioccano gli articoli e i SN anti-Facebook, come Diaspora anche la stampa tradizionale decide di mettere sulla pubblica piazza gli affaracci interni e oscuri che riguardano le falle più evidenti di questa geniale creazione social, quelle sulla privacy.

OpenBook, la privacy su Facebook non esiste

Chi si fida di Mark Zuckerberg? Nessuno, verrebbe da dire. Perché il creatore di Facebook, o forse solo furbo ladruncolo di idee geniali, anche se ricco e famoso, di certo non sembra interessarsi dei 400 milioni di utenti che ogni giorno affollano i profili del SN. Adesso, a insidiare la buona fede di questo ventiseienne in carriera, specialmente per quanto riguarda le falle nelle impostazioni sulla privacy di Facebook,  arriva anche un gruppo di ingegneri di San Francisco, che ha creato un sistema per svelare quanto siano profonde queste mancanze: è arrivato OpenBook.

Titolo emblematico, OpenBook significa proprio “libro aperto“, ed è un vero e proprio motore di ricerca di updates dei profili Facebook. Da OpenBook si possono scoprire le cose più disparate: tradimenti, giudizi su capi e su mariti, confessioni. Inconsapevolmente, ognuno di noi lascia sulla propria bacheca messaggi che parlano della nostra vita e della nostra intimità. Spesso, questi status non sono protetti e vagano per il web finché qualcuno, attraverso furbe parole chiave, non le scova.

Fidarsi di Mark Zuckerberg è da scemi

Prima di partire con le querele, state molto attenti. A dire che fidarsi di Mark Zuckerberg è da scemi non sono io, ma lo stesso Mark, il fondatore di Facebook. Non ci credete? Sappiate che di recente è saltata fuori la trascrizione di una vecchia chat tra Zuckerberg, che all’epoca aveva solo 19 anni, ed un suo compagno di studi, dove il CEO di Facebook ammette di avere utilizzato i dati forniti dagli amici durante l’iscrizione, per leggere i loro messaggi privati.

Zuck: Yeah so if you ever need info about anyone at Harvard
Zuck: Just ask.
Zuck: I have over 4,000 emails, pictures, addresses, SNS
[Redacted Friend’s Name]: What? How’d you manage that one?
Zuck: People just submitted it.
Zuck: I don’t know why.
Zuck: They “trust me”
Zuck: Dumb fucks.

Avete capito bene, il caro Mark sbirciava negli account di mezza Harvard e se ne vantava con l’amico. Grazie a Facebook, la sua creatura, quel ragazzino di 19 anni, futuro Re Mida dei social network, aveva tra le mani più di 4000 email, foto, indirizzi, e messaggi privati. Perciò se il suo amico aveva bisogno di informazioni, bastava chiedere. Ma il passaggio più divertente, e per certi versi più inquietante, riguarda quel dumb fucks (letteralmente “stupidi coglioni”) con il quale il giovanissimo Mark aveva etichettato chi fosse stato tanto scemo da fornirgli tutti i dati personali sulla fiducia.

Mark Zuckerberg ha rubato l’idea

 

Vecchi ricordi nuove accuse per il realizzatore (arrivati a tali accuse) del social network più diffuso al mondo: Facebook.
Il supporto web nato come elenco universitario e sviluppato da un giovane adolescente di nome Mark Zuckerberg, ha fatto si che in qualche anno si sia creato un nuovo fenomeno mediatico che è riuscito a portare tanti nuovi utenti sulla rete, ed anche tanti soldini nella tasche del manager giovane.
In questi giorni, il blog Business Insider, ha proposto una serie di situazioni e comportamenti di Zuckerberg a partire dal 2004, anno di battesimo del progetto, che hanno dato al giovane il palmares di “non pulito”. In primis, ci sono una serie di accuse sul fatto che all’Università di Harvard, girassero già una serie di versioni del codice di Facebook molto simili alla sua ed antecedenti alla sua. L’esempio più palese è HarvardConnection che si è poi trasformato in ConnectU.

Facebook festeggia 6 anni

Compleanno Facebook

 

 

Oggi 4 Febbraio 2010, è il sesto compleanno del social network più popolato al mondo: Facebook. Ovviamente, lo scettro di maggior social network giunge dal risultato tangibile dei  milioni di utenti attivi che quotidianamente frequentano il sito.

 

Il sesto compleanno, sarà come un secondo sesto compleanno per Mark Zuckerberg, l’ideatore del progetto che alla nascita del sito aveva solo 19 anni. Ricordiamo brevemente la sua biografia, come studente dell’Università di Harvard, che il Febbraio del 2004 decise di aprire questo network.

Zuckerberg contro tutti sulla questione privacy

Mark Zuckerberg

 

 

La privacy, questa sconosciuta che tutti vogliono ma non tutti riescono a capire realmente cos’è. A parlare di questo argomento, chi potrebbe essere più preparato di una persona che ha attirato a se persone che ci giocano con la propria privacy come Mark Zuckerberg? Ebbene si, lo studente di Harvard che dal 2004 ha cominciato a giocare con la privacy degli utenti, in questi giorni, come CEO fondatore di Facebook ha dichiarato che le scelte fatte in questi ultimi mesi hanno dato dei cambiamenti drastici sul social network, ma che non ancora tutti hanno capito cos’è realmente la privacy. Semplicemente la vogliono per “moda”.

 
Ad intervistare il giovane imprenditore, è stato Micheal Arrington, noto al pubblico per la sua collaborazione con TechCrunch.

Mark Zuckerberg apre il suo profilo a tutti

mark-zuckerberg profilo facebook

Volete vedere le foto che Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, ha caricato sul suo profilo? Adesso potete, perchè proprio quando Facebook cambia le sue impostazioni di sicurezza in modo da tutelare la privacy degli utenti, Mark Zuckerberg sceglie di rendere il suo profilo visibile a tutti, o quasi. Sembra un controsenso, invece è la dimostrazione di quanto Facebook può essere personalizzato in base alle esigenze degli utenti. Adesso possiamo vedere gli aggiornamenti di stato di Zuck, leggere i commenti degli amici, e così via.

Ma lo stesso Zuckerberg ci avverte che alcuni post saranno visibili solo agli amici più stretti.

For those wondering, I set most of my content to be open so people could see it. I set some of my content to be more private, but I didn’t see a need to limit visibility of pics with my friends, family or my teddy bear

Facebook: le nuove impostazioni della privacy non convincono gli utenti

facebook niente privacy

Le nuove impostazioni della privacy volute da Facebook, avrebbero dovuto, in teoria, darci maggiore controllo per proteggere i dati sensibili con più sicurezza. Ma è davvero così?  Andando nelle impostazioni della privacy di Facebook ci ritroviamo davanti una serie di campi da selezionare per decidere chi può visualizzare le nostre informazioni del profilo. Tutto sembra immutato, ad eccezione di un piccolo particolare: è scomparsa la possibilità di non rendere pubblica la lista degli amici che ci seguono su Facebook, e questo di fatto toglie agli utenti la possibilità di rimanere “invisibili” sul web.

Facciamo un esempio pratico, immaginando di voler nascondere a una o più persone il fatto di esserci iscritti a Facebook. Un utente può scegliere di non consentire che il suo profilo venga indicizzato dai motori di ricerca come Google, e magari anche limitare la ricerca interna di Facebook ai soli amici. Tuttavia, se un estraneo, navigando sul web, s’imbatte in un profilo di qualcuno e trova la nostra foto o il nostro nome nel suo elenco di amici, ecco svanire la nostra pretesa di anonimato.

Lettera aperta a Facebook da Mark Zuckerberg

lettera facebook

Chi si è collegato stamattina a Facebook questa mattina avrà sicuramente notato la lettera aperta del suo fondatore Mark Zuckerberg che faceva bella mostra di sé in primo piano.

Questo è stato un grande anno, che ha reso il mondo più aperto e connesso. Grazie al vostro aiuto, oltre 350 milioni di persone in tutto il mondo usano oggi Facebook per condividere online la propria vita. Per rendere possibile tutto ciò, abbiamo fatto del nostro meglio per mettere a vostra disposizione gli strumenti necessari a condividere e controllare le vostre informazioni. La prima versione di Facebook, lanciata cinque anni fa, conteneva già strumenti per controllare che cosa condividere e con quali persone, singoli o gruppi. Il nostro lavoro in questa direzione continua ancora oggi.

Insomma se davvero esiste un popolo di internet, allora Facebook è la sua nazione più importante, e proprio con il tono enfatico di un presidente alla nazione, Zuckerberg ci informa che il network ha superato oramai i 350 milioni di utenti, e che presto ci saranno grandi novità. Ma quali?

Twitter vale un miliardo di dollari

Biz Stone co-founder di Twitter

Un miliardo di dollari: tanto vale oggi twitter, secondo il New York Times. Il social network tanto amato dai Vip e dalla gente comune, che a dispetto del limite di solo 140 caratteri ha dato una visibilità enorme alle proteste dell’Iran, oggi conta 30 milioni di utenti. Una sciocchezza se paragonata ai 300 milioni di Facebook, eppure la società di Biz Stone continua a far parlare di sé.

In occasione di una raccolta fondi per finanziare i futuri investimenti, Twitter ha raggiunto la quotazione di un miliardo di dollari, grazie al suo carattere innoviativo e alla velocità con cui gli eventi e le emozioni possono facilmente essere condivisi in rete. Ma il merito è anche dell’attenzione costante che i mass-media dedicano al microblogging, oggi strumento privilegiato per misurare non solo il polso della rete, ma del mondo intero.

Facebook sempre più a rischio hacker

Facebook hacker

L’argomento caldo di settembre continua ad essere la sicurezza sui social network. Parliamo nel caso specifico dell’usatissimo Facebook, che pian piano sembra stia prendendo sempre più il posto dei telefoni cellulari dal canto della comunicazione interpersonale. Più aumentano le iscrizioni, più Mark Zuckerberg è fiero del suo aumentare di utenti (forse anche degli introiti economici) e più gli hacker si divertono a voler attaccare il sito.