Facebook ruba numeri dalla rubrica

 

 

Il capitolo Facebook – privacy, si aggiorna di nuovi dettagli non positivi per il social network in blue. Questa volta, siamo legati principalmente alla possibilità offerta a molti utenti smartphone di appoggiarsi alla propria connessione 3G, per far interagire il proprio mobile device con il social network. Probabilmente dopo aver compreso un po’ di cose in più, molti saranno gli utenti che smetteranno di utilizzare il social network legato alla rubrica.

La Germania si scaglia contro il riconoscimento automatico dei volti su Facebook

La Germania, da alcune ore a questa parte, sta dando vero e propri filo da torcere a Facebook che a causa della funzionalità adibita al riconoscimento automatico dei volti sembrerebbe violare la privacy di uno straordinario quantitativo di utenti tedeschi iscritti, appunto, alla rinomata risorsa di social networking.

Ad esporre a gran voce la problematica è stato Johannes Caspar, supervisore tedesco per la protezione dei dati personali, che ha appunto posto l’accento sul fatto che la tecnologia sfruttata per il riconoscimento automatico dei volti potrebbe essere impiegata abusando della privacy degli utenti in modo inaccettabile.

Cancellare la cronologia chat di Facebook

Oggi parliamo un po’ di privacy dal punto di vista degli utenti, e della necessità che in tanti abbiamo, nel momento in cui andiamo a controllare il nostro account di Facebook su un computer che non è il nostro. I computer comuni, i PC degli Internet Point e postazioni volanti, sono infatti una sorta di boomerang nel momento in cui stiamo “scherzando” con i nostri dati.

Facebook contro gli spammer

Questa volta non siamo in Tribunale, anche se nei giorni scorsi si è molto discusso della possibilità di un nuovo ritorno di Mark Zuckerberg in Tribunale per chiarire altre questioni di copyright.

Il giovane imprenditore statunitense, ha deciso tutt’altro che sottostare a chi aveva già parlato del suo ritorno al cinema per The Social Network 2, bensì, ha deciso di difendere ancora di più i suoi utenti facendo partire da Palo Alto, un nuovo SpamBot che vada a demolire  tutte  quelle applicazioni che toccano il mondo dello spam all’interno del social network.

UE: pericolo per Web e minori

Cronaca, attualità e politica coinvolgono i social network a tutto tondo. E’ già da tanto tempo, infatti, che si parla dell’irruenza di strumenti informatici legati al mondo del web social e dei casi che muovono interessanti questioni internazionali.

Seppur abbiamo discusso stamattina della fine dell’anonimato sul web, ci sono ancora delle situazioni di pseudo anonimato che invece incutono molto timore nelle Autorità, principalmente per alcune categorie a rischio che vanno invece tutelate.

La fine dell’anonimato

Già a partire dagli anni ’90, Internet, è stato visto come un mondo in cui ognuno metteva in piazza la sua realtà.

Un tempo probabilmente, era diversa la tipologia di contenuti privati che andavano a circolare sulla rete, forse perché più legata a quelli aziendali e non a quelli privati.

Cosa comunica Facebook?

Privacy e Facebook continuano a camminare su due binari paralleli, che (probabilmente) non si incontreranno mai. Tante sono le abitudini quotidiane che infatti l’utenza media ha spostato dalla vita reale a quella del social networking. Ricordiamo abitudini molto forti prima del social network, come l’invio degli SMS, oppure il continuo stare su MSN per comunicare con i propri amici.

Ebbene il social network con oltre 700 milioni di iscritti risulta uno dei must della vita on line odierna. Vediamo attentamente però, cosa può comunicare Facebook del nostro vissuto all’esterno. Per prima cosa, un buon 70% dei dipendenti, ad oggi, rischia il proprio posto di lavoro nel momento in cui si trova tra gli amici il proprio datore di lavoro.

La privacy in Facebook

Oggi ci siamo divertiti a testare un po’ la sicurezza e la privacy di Facebook per tentare di capire quanto veramente sicuri si può stare con il social network.

Se ci spostiamo nelle impostazioni della privacy, del social network in blue, troviamo infatti la possibilità di personalizzare il nostro livello di sicurezza e soprattutto di decidere tramite particolari impostazioni, quale informazione condividere e soprattutto con chi.

Come conservare il lavoro su Facebook

Il titolo è stato scelto più che altro come una provocazione, perché il senso vero del nostro post, sarà legato al come conservare il proprio lavoro “evitando” di utilizzare Facebook in maniera sbagliata. Il licenziamento sta diventando parte integrante del rapporto tra Facebook e dipendente, a causa del fatto che porta via prezioso tempo al lavoratore, che non occupa le sue mansioni, oltre che legato al fatto di mettere in “piazza” i propri pensieri che con molta semplicità fanno il giro del mondo, e magari vengono letti dalle persone sbagliate.

C’è da dire, che purtroppo molti datori di lavoro a volte però, giocano sulla mancata informazione dei dipendenti, considerando che un licenziamento è legittimo solo se esistono alcune particolari condizioni.

Privacy delle inserzioni

Il lato pubblicitario di Facebook, prevede per i possessori di Fan Page, la possibilità di inserire delle inserzioni che vengono poi viste da altri utenti, in modo tale da permettere l’iscrizione alle stesse Fan Page, oppure di rimandare direttamente a siti web pubblicitari del prodotto o del servizio offerto. Facebook, tra le tante cose che permette di condividere dei nostri profili riporta sicuramente le informazioni personali, gli amici, le foto e tanto altro. Inoltre, si può anche ipotizzare di lasciare il proprio profilo, completamente aperto, al punto che chiunque può andarci a guardare dentro e sbirciare i nostri dati e le nostre informazioni…sono scelte di vita.

Molto spesso però, questi dati vengono associati proprio ai pacchetti pubblicitari venduti dal social network. In che modo?

Controllare chi è su Facebook

Le opzioni per la privacy che circa ogni 6 mesi vengono aggiornate, potenziate e ristrutturate dai social network, sono sicuramente l’argomento portante quando si parla di sicurezza sui social network. Nello specifico, in un caso come quello di Facebook, un posticino virtuale dove bene o male ci sono proprio tutti, esserci o non esserci da modo di capire quanta necessità ci sia di tutelare il proprio posto on line.

Ci sono poi una serie di applicazioni terze che permettono l’interazione con i profili dei nostri amici, non andando a toccare modificandole, le impostazioni sulla nostra privacy. Una delle cose sicuramente più fastidiose che dobbiamo fare su Facebook è quella di passare allo stato “on line”, per sapere quando i nostri amici sono in chat e di conseguenza, far vedere al resto degli amici che siamo on line. Così facendo, i 5 minuti di passaggio sul Social network diventano la mezz’ora nel rispondere a tutti.

Google: niente Street View in Germania

Google cesserà presto di espandere il servizio Street View in Germania. Le città già incluse in Street View continueranno a essere coperte, ma non ne saranno aggiunte di nuove, almeno non nel prossimo futuro.

Google Street View è una caratteristica di Google Maps e Google Earth che fornisce viste panoramiche a 360° gradi in orizzontale e a 290º in verticale lungo le strade (a distanza di 10-20 metri l’una dall’altra) e permette agli utenti di vedere parti di varie città del mondo a livello del terreno.

I guai di Street View in Germania risalgono ad una vecchia questione sulla presunta violazione della privacy da parte di Google, e la non legittimità di foto scattate a distanza così ravvicinata. Il problema sollevato dalle autorità tedesche era finito in tribunale, e nonostante i giudici avessero poi dato ragione a Google, la società ha deciso comunque di interrompere il piano di copertura di Street View in tutto il paese.

Facebook inizia a ridisegnare la sua privacy policy rendendola facilmente comprensibile a tutti gli utenti

Anche Facebook, così come tutti gli altri strumenti e servizi disponibili in rete, e non solo, è contrassegnato da una sua privacy policy, ovvero quell’insieme di norme e di linee guida che ne indicano il funzionamento e ne regolamentano la sicurezza degli iscritti e che, così com’è giusto che sia, risulta visibile a tutti gli utenti… perccato però che sino a qualche ora addietro, seppur visionabile, non fosse però comprensibile a tutti, tanto da assumere le sembianze di una sorta di vero e proprio decreto legislativo.

Considerando tali fattori e, sopratutto, in risposta alle lamentele avanzate dalla US Federal Trade Commission circa la poca comprensibilità relativa alla privacy policy del noto social network, Facebook ha dunque deciso di rendere il tutto ben più chiaro ed a portata di utente, semplificandone i concetti di base e rendendoli dunque facilmente interpretabili da chiunque e, ovviamente, procedendo anche ad un’inevitabile modifica dell’organizzazione dei contenuti in modo tale da aumentarne la scorrevolezza e, sopratutto, la comprensione.