Twitter vs privacy: prego, derubami

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pleaserobme

Avete mai sentito parlare di PleaseRobMe.com?
Si tratta di un sito dai presupposti alquanto controversi che raccoglie i tweet relativi alla propria posizione fisica, dando informazioni sugli spostamenti degli utenti soprattutto relativamente alle loro case vuote.

“La nostra intenzione non è, e mai lo è stato, quella di far derubare la gente”. E’ quello che si legge nella sezione “about” del sito ma per capire la filosofia e la mission del sito in realtà bisognerebbe andare un po’ oltre le apparenze.

Certo, il sito PleaseRobMe.com indica le persone che si sono allontanate dal proprio appartamento lasciando via libera agli intrusi, che hanno vita più facile per i loro appostamenti. Eppure questo gruppo di sviluppatori olandesi ha voluto solo dimostrare in modo estremamente efficace quali rischi si corrono a pubblicare troppe notizie personali in giro per internet.

“Please Rob Me”, infatti, che tradotto significa “Prego, derubami”, non fa altro che prendere le informazioni accessibili a chiunque su Twitter, raccoglierle e metterle bene visibili tutte insieme, rielaborandole fino a generare in tempo reale una lista di persone che si sono allontanate da casa, lasciando via libera ai potenziali intrusi.

L’idea è venuta a Frank Groeneveld, lo studente di informatica che lo ha ideato appena ventiduenne, pensando a FourSquare: si tratta di un gioco in cui gli utenti, dotati di telefonino gps, indicano in tempo reale i luoghi che frequentano. Ci si segnala in una determinata località, più punti si acquisiscono, fino a essere nominati “sindaci” di quel posto.

Ecco come è nata l’idea di PleaseRobMe: “Prima ci ingegnamo a lasciare le luci accese quando andiamo in vacanza, e poi comunichiamo a tutti su internet quando non siamo in casa“, hanno detto gli autori del sito. “Il nostro intento non è che le persone vengano svaligiate, ma che siano consapevoli di cosa fanno quando usano servizi come FourSquare, Brightkite, Google Buzz, e così via”.

L’allarme lanciato da PleaseRobMe, quindi, è tutt’altro che ipotetico: dal momento che cerchiamo da sempre tutti i trucchi e le soluzioni possibili per essere più al sicuro nella nostra quotidianità, sempre più attenti alla privacy e agli allarmi di sicurezza, il nostro comportamento sui social network spesso presuppone un mondo ideale in cui non ci sono pericoli di nessun genere.

Ecco perché occorre stare attenti quando ci si mette a nudo sulla rete: tra Facebook, Twitter, Friendfeed e Buzz, quando si pubblicano informazioni online non si sa mai chi le legge e per quale motivo.

12 commenti su “Twitter vs privacy: prego, derubami”

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