Facebook: il segreto del suo successo? Fa bene all’umore

Ma perchè Facebook ha così tanto successo tra i suoi utenti? Perchè riesce a calamitare immediatamente l’attenzione degli iscritti ed anche di coloro che, invece, non dispongono ancora di un account? Il segreto, a quanto pare, starebbe nel fatto che il ben noto social network in blu di Zuck è in grado di sortire un effetto positivo sull’umore delle persone.

A far luce sulla questione è un recente studio compeltamente made in Italy condotto da Giuseppe Riva dell’Università Cattolica di Milano e pubblicato poi sul numero di dicembre della rivista Cyberpsychology, Behavior And Social Networking che spesso si occupa di quelli che sono i temi legati ai media e alle nuove tecnologie.

Facebook e Twitter creano più dipendenza di alcol e fumo

L’espressione “Facebook è come una droga” è senz’altro abbastanza comune tra la vasta utenza, sia tra i più accaniti utilizzatori del ben noto social network in blu sia tra coloro che, invece, si guardando, per un motivo o per un altro, dall’utilizzare la celebre risorsa.

Tale espressione, impiegata solitamente per indicare la dipendenza creata dal social network sui suoi utilizzatori, trova però riscontro nel recente studio della University Of Chicago Booth School Of Business pubblicato, nel corso delle ultime ore, su Psychological Science.

Twitter si trasforma in uno strumento prezioso per monitorare le epidemie

Il web e, in particolar modo, l’utilizzo delle risorse di social networking costituiscono, al giorno d’oggi, uno tra i principali mezzi mediante cui diffondere e venire a conoscenza di ogni genere, o quasi, di notizia.

A “correre sul filo dei social network” e, in questo caso specifico, di Twitter, però, non sono solo le news riguardanti il mondo dello spettacolo, dell’hi-tech, dello sport o di ogni altro tipo di categoria con cui giornalmente, o giù di lì, ci si ritrova ad avere a che fare, ma anche notizie esclusive riguardanti la diffusione delle epidemie.

Il numero degli amici su Facebook è correlato al cervello, lo dimostra un recente studio

Recentemente, sulla rivista  Proceedings of the Royal Society B Biological Sciences, è stato pubblicato un interessante studio, condotto da un team di ricercatori della UCL (University College London), concernente Facebook e mediante cui è stato possibile dimostrare la correlazione che vi è tra alcune aree celebrali e l’estensione della propria rete di amici sul rinomato social network in blu.

Lo studio è stato condotto su un campione di 1500 volontari di cui sono state analizzate le risonanze magnetiche della testa procedendo poi al conteggio dei relativi amici, sia su Facebook sia nella vita di tutti i giorni.

Voti bassi? La colpa non è di Facebook

E’ opinione comune che passare troppo tempo su Facebook danneggi il profitto di migliaia di adolescenti in tutto il mondo. D’altronde la tesi è facilmente condivisibile visto le ore che normalmente i ragazzi dedicano ai social network. Ma se parliamo di dati, le cose cambiano e anche l’ipotesi che Facebook sia per i giovani una sorta di Paese dei Balocchi finisce per crollare. Almeno così afferma Reynol Junco, professore alla Lock Haven University della Pennsylvania, e autore di uno studio che mira a dimostrare che Facebook non è l’unico colpevole del calo delle prestazioni scolastiche degli studenti americani.

Facebook in sé e per sé non è dannoso e non compromette il buon risultato accademico. Ma dipende da come viene usato.

La studio, pubblicato la settimana scorsa su Computer Human Behavior, è stato condotto su 1839 studenti universitari, e analizza il rapporto tra i diversi usi di Facebook e il grado di GPA (scala di valori usata nelle università americane per la comparazione dei voti) raggiunto dai ragazzi.

Studio: il riconoscimento facciale di Facebook e le problematiche ad esso associate

Il riconoscimento automatico dei volti è una tra le ultime funzionalità annesse al tanto amato social network in blu ma, così come sottolineato dalla vicenda che ha avuto luogo alcuni giorni addietro, tale feature, per quanto comoda possa risultare, potrebbe però implicare non pochi rischi per quanto concerne la privacy degli iscritti a Facebook.

Le autorità tedesche hanno infatti messo in evidenza la problematica in questione chiedendo al team di Facebook di adeguare tale funzionalità alla legislazione nazionale ed europea in materia e, in caso contrario, di avviare il processo di disattivazione.

Il 56% dei contenuti online vengono condivisi mediante facebook

La stragrande maggioranza dei contenuti che risultano disponibili online vengono condivisi, minuto dopo minuto, da uno straordinario numero di utenti che, sempre più con maggior frequenza, sono soliti servirsi dei social network, primo tra tutti Facebook, per attuare tale tipo d’operazione.

Tuttavia, se quanto appena affermato, sino a qualche ora addietro, costituiva soltanto una semplice intuizione adesso, invece, è più che una certezza ed a confermarlo ci ha ben pensato ShareThis.

Voti migliori? Facebook vi aiuta

FacebookFacebook può essere utile per tante cose, ma di certo in pochi, o forse nessuno, pensano che potrebbe essere altrettanto utile per migliorare i propri voti a scuola o all’università.

Eppure è proprio così. Almeno secondo i risultati di una ricerca condotta in Cina e Hong Kong e pubblicata sull’International Journal of Networking and Virtual Organisations sugli utenti Facebook che sudano giorno e notte sopra i libri.

Facebook: il social network migliora l’autostima delle donne che danno maggiore importanza all’aspetto fisico

La scarsa autostima è oramai un fattore comune ad un ampio numero d’individui e di tecniche, più o meno efficaci, mediante cui incrementarla ve ne sono a bizzeffe, o almeno così pare, tuttavia, secondo un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Buffalo, primo tra tutti il dottor Michael Stefanone, Facebook, il tanto amato soscial network, sarebbe in grado di influire positivamente in tal senso.

Gli esiti dello studio, mirante ad indagare le variabili che spiegano il comportamento specifico all’interno dei vari social network , hanno infatti permesso di constatare che le donne che basano la propria autostima prevalentemente sull’aspetto fisico troverebbero giovamento in Facebook, utilizzando quest’ultimo come risorsa mediante cui attirare l’attenzione degli altri utenti piuttosto che come mero strumento di comunicazione e condivisione.

Social network complici di solitudine

Moda, abitudine o nuovo stile di vita, i social network negli ultimi anni sono entrati in maniera massiccia nel nostro stile di vita. Questa nuova “tecnologia”, che ha preso utenti di tutte le età, da piccoli a grandi, sembrerebbe essere diventato il nuovo modo di incontrare e conoscere persone. Fatto sta, che co facendo, secondo un recente studio, si è dimostrato come i social network allontanino le persone dal sentire le sensazioni che si provano quando si conosce qualcuno alla vecchia maniera.

I social network ed i siti di social dating, visti con gli occhi degli adulti, sono una manna dal cielo, visto che a causa della riduzione della vita mondana, sembra sempre più difficile conoscere ed incontrare persone nuove e quindi, l’ultima spiaggià è proprio andare on line e spostare la propria vita sul mondo virtulale, anche se questo è molto diverso dall’incontro casuale con una persona nuova.

Per diventare popolari su Twitter non servono i followers

Per diventare popolari su Twitter non basta avere un gran numero di followers. Anzi è possibile essere dei twitterers influenti anche con pochissimi seguaci. Questa è la conclusione di uno studio condotto dai ricercatori Meeyoung Cha, Hamed Haddadi, Fabricio Benevenuto, e Krishna P. Gummadi, un report dal provocatorio titolo di “Measuring User Influence in Twitter: The Million Follower Fallacy“.

Lo studio vuole dimostrare che l’influenza di un utente non è proporzionale al numero di followers, ma si misura attraverso i tweets e i retweets di un singolo topic. La capacità di coinvolgere più persone con un’idea, con un concetto intelligente espresso in soli 140 caratteri, viene largamente apprezzata dagli utenti di Twitter, che diffondono il pensiero, lo commentano, inviano risposte che stimolano la discussione, pur senza necessariamente seguire chi lo ha scritto. Insomma pare che su Twitter vinca la qualità, e non la quantità.

USA: Twitter è donna

Il 53% degli utenti di Twitter è costituito da donne. Lo rivela una ricerca pubblicata da Edison Research negli Stati Uniti, che ha analizzato l’uso del social network negli Usa. Lo studio rivela che la fascia di età più rappresentata è quella tra i 25 e i 35 anni, seguita da quella dai 35 ai 45.

Per quanto riguarda le etnie che compongono il variegato popolo americano, i bianchi costituiscono la metà degli utenti mentre la restante metà è divisa tra afroamericani (24%) e ispanici (17%). Gli asiatici e gli altri gruppi etnici coprono solo l’8% del totale.

Facebook…in latino

Facebook Latino

Ogni giorno una nuova stranezza, chicca oppure qualcosa in contro tendenza per il social network più famoso al mondo: Facebook. Questa volta sembra proprio che lo staff di Facebook abbia cercato di esagerare, e ci sia pure riuscito. Come ben si sa, per l’espansione nel mondo, i ragazzi di Mark Zuckerberg, hanno sempre lottato per l’espansione linguistica del social network in ambiti e realtà diverse. Questa “mania” di aggiungere lingue, anche coinvolgendo gli utenti di mezzo mondo, ha fatto si che la nota rete sociale fosse disponibile all’utenza in ben 69 lingue “parlate”.