Statistiche web: sesso e social network si attraggono

Internet è ormai stato definito come la “droga” del terzo millennio ed ovviamente, grazie a questo strumento che vede questa serie di “drogati” passarci insieme dalle 4-5 alle 10 ore giornaliere (che vanno dal lavoro agli aspetti ludici), si riesce sempre più a comprendere il punto di vista dei soggetti che navigano e soprattutto si riescono a decifrare meglio mode e tendenze. L’idea principale di chi vive solitamente sul web è quella di condividere tutti gli attimi, ma soprattutto tutto gli aspetti della vita reale sul web.

 
Avevamo già discusso di questo argomento circa un anno fa, ma sembra che mettendo alla luce le nuove statistiche del 2009 già passato si sia riusciti a fare maggiore luce sull’argomento, riuscendo ad ottenere altri risultati molto interessanti.

 
Lo psichiatra Federico Tonioni, coordinatore dell’ambulatorio dedicato all’Internet Addiction Disorder presso il Policlinico Gemelli di Roma, ha dichiarato che: “La prevalenza di questa patologia nella popolazione generale appare in aumento soprattutto nei giovani, che vanno poi a coinvolgere le famiglie, su cui ricade il carico soggettivo e oggettivo del disturbo psichico“.

 
Secondo questo gruppo di studio creatosi con collaborazioni mondiali, esistono 5 categorie in cui è possibile distinguere la stragrande maggioranza della popolazione. La prima categoria è quella dei cyber-sexual addiction (sesso virtuale), poi quella dei cyber-relational addiction (accaniti dei social network), subito dopo i net-compulsion addiction (gioco d’azzardo ed e-commerce), l’information overload (ricerca di informazioni professionali) e computer addiction (coinvolgimento in giochi di ruolo virtuali).

 
Gli handicap a cui portano i tempi lunghi di esposizione ad Internet, sono ancora in fase di studio ma si parla già di stati di agitazione e depressione. Il tutto potrebbe trasformarsi in una dipendenza che genera malattia e gli esperti stanno indagando proprio su questi stati che vengono a crearsi nel cervello dei più assidui frequentatori del web. Che la micro storia narrata nel film di Feisbum non sia una sciocchezza?