Buon compleanno YouTube

YouTube quest’anno compie 5 anni: eppure sembra molto di più, non è vero? Avere quasi la certezza di trovare ogni filmato nel momento esatto in cui lo stiamo cercando, con qualità audio e video quasi mai scadente, sembra un lusso che ci accompagna da una vita.

E invece sono passati solo cinque piccoli anni dal febbraio 2005, mese in cui la società fu fondata da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. E dal 23 aprile 2005, giorno in cui fu caricato il primo video in assoluto su YouTube: si chiamava “Me at the zoo”, che è ancora visibile online, ha totalizzato finora quasi due milioni di visite.

OpenBook, la privacy su Facebook non esiste

Chi si fida di Mark Zuckerberg? Nessuno, verrebbe da dire. Perché il creatore di Facebook, o forse solo furbo ladruncolo di idee geniali, anche se ricco e famoso, di certo non sembra interessarsi dei 400 milioni di utenti che ogni giorno affollano i profili del SN. Adesso, a insidiare la buona fede di questo ventiseienne in carriera, specialmente per quanto riguarda le falle nelle impostazioni sulla privacy di Facebook,  arriva anche un gruppo di ingegneri di San Francisco, che ha creato un sistema per svelare quanto siano profonde queste mancanze: è arrivato OpenBook.

Titolo emblematico, OpenBook significa proprio “libro aperto“, ed è un vero e proprio motore di ricerca di updates dei profili Facebook. Da OpenBook si possono scoprire le cose più disparate: tradimenti, giudizi su capi e su mariti, confessioni. Inconsapevolmente, ognuno di noi lascia sulla propria bacheca messaggi che parlano della nostra vita e della nostra intimità. Spesso, questi status non sono protetti e vagano per il web finché qualcuno, attraverso furbe parole chiave, non le scova.

Privacy, anche MySpace corre ai ripari

Privacy su Myspace

Il sempre più insistente dibattito che riguarda il grado di privacy a disposizione degli utenti sui Social Networks,  ha interessato anche MySpace, che ha deciso di correre ai ripari per non rimanere indietro agli altri.

Così, dopo Facebook con le nuove impostazioni sulla privacy, si è reso necessaria per il Social  una revisione etica: ai piani alti, infatti,  si è deciso di mettere a punto, a partire dalle prossime settimane, nuovi strumenti a disposizione dell’utente per migliorare la sicurezza del suo profilo.

L’Unione Europea attacca Facebook per la privacy

 

Diatribe ed ancora problemi per il social network in blu e la questione privacy. L’ultima riguarda una lettera di protesta che l’Organo Europeo di tutela della Privacy ha inviato al social network. L’Unione Europea ha inviato questa missiva perchè suppone come inaccettabili tutte le ultime modifiche che sono state apportate ai suoi servizi dal sito web di social networking nel settore privacy.

I dati incriminati sarebbero quelli che tentano di rendere pubblici tutti i dati provenienti dai profili di Facebook sui motori di ricerca. I rappresentanti dell’Autorità che hanno firmato la lettera, sono stati quelli incaricati alla protezione dei dati in tutti e 27 Stati. Dare “liberamente e senza ambiguità il loro consenso alla pubblicazione dei propri dati personali” è un diritto degli utenti.

A Barletta, ancora Facebook e cronaca

 

Questa volta parliamo di qualcosa che va oltre lo stalking. Già in passato abbiamo più volte avuto notizie di casi di stalking avviatisi tramite relazioni nate sul web con perfetti sconosciuti. Purtroppo questa volta la cronaca è andata un po’ oltre.

Siamo a Barletta, dove due giovani conosciuti su Facebook hanno cominciato una convivenza da due mesi, lui un 22enne e lei una 21enne. All’inizio sembrava che tutto fosse rose e fiori, infatti, il giovane di Barletta si è sempre comportato molto bene, fino a che ha cominciato a cambiare il suo atteggiamento, diventando sempre più nervoso con la giovane di origini Manfredoniane, fino al punto di non rivolgerle nemmeno più il saluto di mattina.
Dopo questo cambiamento radicale avuto solo in due mesi, il giovane è passato dal turpiloquio alle violenze fisiche. Infatti, dai referti si riporta che la giovane ogni giorno subiva continue violenze fisiche nell’ordine di calci e pugni.

Twitter e il diritto d’autore

I creatori di Twitter non hanno mai sollevato la questione del diritto d’autore, o della legittima proprietà dei contenuti presenti sul microblogging. Così come il problema del plagio non è mai stato una priorità per Biz Stone fino a quando alcuni utenti non hanno manifestato il loro malcontento a proposito di insospettabili followers che postavano gli identici contenuti sul blog, ma senza il nome dell’autore e l’indicazione RT per segnalare un retweet, e non un contenuto originale.

In realtà questa pratica non rispondeva ad una vera e propria volontà di furto, ma ad un esigenza di condivisione che però si scontrava con il limite dei 140 caratteri imposti da Twitter. Dato che aggiungere il nome dell’autore e l’indicazione RT faceva superare il numero di caratteri a disposizione, la cosa più semplice era farne a meno. Con l’introduzione qualche mese fa delle nuove Retweeting Api questo problema sembra essere stato felicemente risolto. Tuttavia, molti utenti sembrano non conoscere la politica di Twitter sul copyright, perciò vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Una ricerca ci svela come gli italiani usano i Social Networks

Come vengono utilizzati i Social Networks in Italia? Con quali presupposti e con quale metodologia vengono gestite dagli utenti le proprie pagine personali? Da una ricerca, effettuata tramite un questionario dall’esperto di social media, Davide Licordari, su quattro Social tra i più significativi – Twitter, Facebook, FriendFeed e Linked’In – si è cercato di capire in che modo gli italiani li percepiscono.

Il campione preso in esame, variegato per fasce d’età e professione (una buona percentuale degli intervistati non è un esperto del web), ha risposto a una serie di domande specifiche, in particolare sul tasso di socialità dei quattro SN presi in esame, sull’utilità, divertimento, facilità di utilizzo.

Italia e Brasile sempre più vicine con i social network

 

 

L’Italia ed il Brasile sono diventati i due Stati con il rapporto tra utenti e reti di società virtuali più grande al mondo. Il sondaggio che parla di questo rapporto così “ossessivo”, è stato fatto di recente dalla società di ricerca Ibope. Secondo quest’ultima, l’85,6% degli utenti brasiliani ha frequentato i social network in Brasile non appena connessi ad Internet. Subito al secondo posto nella classifica della Ibope, è risultata l’Italia con una percentuale di collegamento ai social network durante l’attività di navigazione pari al 78,7%.
Partendo dall’assunto che questi dati rendono noto il predominio del social networking nella rete mediatica, si capisce che in Brasile oltre un quarto della popolazione e parliamo di circa 45-50 milioni di persone che ha un collegamento ad Internet, è molto attratta dal web, forse per uscire dagli schemi di vita quotidiana.

La fine delle fattorie su Facebook…e non solo

 

 

Anche nelle migliori famiglie ci sono i litigi, e purtroppo anche i divorzi a volte avvengono. A pagarne le pene, secondo l’etica sono solitamente le famiglie con i figli, anche perchè proprio i figli sono quelli che soffrono di più. Una metafora un po’ pesante, ma che descrive molto semplicemente quello che sta succedendo negli ultimi giorni tra il social network Facebook e la software house Zynga. Quest’ultima è molto nota al grande pubblico, per aver dato la possibilità agli utenti di giocare a Farmville, Mafia Wars, PetVille, Treasure Isle, zynga Poker solo per citarne i più giocati.
E proprio gli utenti sono quelli che saranno colpiti in prima persona dalle ultime diatribe che hanno colpito le due società e che stanno portando alla rottura definitiva. Pochi giorni fa, avevamo parlato di alcuni dissapori tra le due aziende, ad oggi sembra invece che questi dissapori si stiano trasformando in un divorzio bello e buono.

Chavez, Twitter e l’affondamento di una offshore

Cosa c’entrano il Presidente del Venezuela, il microblogging dell’uccellino ed una piattaforma gasiera? Ebbene tutte e tre fanno parte di un avvenimento di cronaca avvenuto in diretta mondiale. Hugo Chavez è un fanatico utilizzatore di Twitter e di conseguenza scrive veramente di tutto di più della propria vita sul social microblogging, e la sua idea di annunciare il naufragio per una piattaforma gasiera, la Aban Pearl, attiva sul pozzo Dragón del progetto gasiero Mariscal Sucre, al largo delle coste di Paria, ha fatto veramente scalpore.

La notizia in diretta su Twitter dall’account @chavezcandanga, parlava chiaro: “Con rammarico vi informo che pochi momenti fa è affondata la piattaforma  gasiera Aban Pearl. La buona notizia è che il 95 operai sono al sicuro“.

Tutto quello che non sapete di Facebook è in questo articolo

I numeri di Facebook sono tutti altissimi, che si tratti di users, o di introiti che il suo giovane creatore, Mark Zuckerberg, si sta portando a casa grazie a questa intuizione geniale. Non tutti sanno, però, alcuni dettagli che riguardano il Social Network più utilizzato del mondo.

Ad esempio, non tutti sanno che il primo, vero finanziatore di Facebook è Peter Thiel, il co-fondatore di Pay-pal, che ha decisamente dato un colpo, in positivo, all’avvio del progetto, con i 500 mila dollari investiti. Le cifre sui reali fruitori del servizio di social networking fanno girare la testa: gli utenti sono in totale 400 milioni nel mondo, che entrano nel loro profilo almeno una volta al mese. La metà di questi entra nella propria pagina ogni giorno: stiamo parlando di almeno 200 milioni di persone.

La politica su Fb: Italia e Usa a confronto

Mentre Berlusconi programma l’apertura di una sua pagina personale su Facebook ispirandosi a quelle di Obama, Sarkozy e Cameron, l’America va oltre. È stato due giorni fa proprio il Congresso degli Stati Uniti ad aprire una pagina. Il Congresso si è detto intenzionato a mostrare “come il Congresso sta utilizzando Facebook per governare e condividere informazioni con gli elettori.”

La pagina ha una bacheca accessibile ai fan e una scheda che elenca i link condivisi sulla pagina da parte di chiunque. C’è anche una scheda Risorse che include le informazioni su come usare Facebook.

Fidarsi di Mark Zuckerberg è da scemi

Prima di partire con le querele, state molto attenti. A dire che fidarsi di Mark Zuckerberg è da scemi non sono io, ma lo stesso Mark, il fondatore di Facebook. Non ci credete? Sappiate che di recente è saltata fuori la trascrizione di una vecchia chat tra Zuckerberg, che all’epoca aveva solo 19 anni, ed un suo compagno di studi, dove il CEO di Facebook ammette di avere utilizzato i dati forniti dagli amici durante l’iscrizione, per leggere i loro messaggi privati.

Zuck: Yeah so if you ever need info about anyone at Harvard
Zuck: Just ask.
Zuck: I have over 4,000 emails, pictures, addresses, SNS
[Redacted Friend’s Name]: What? How’d you manage that one?
Zuck: People just submitted it.
Zuck: I don’t know why.
Zuck: They “trust me”
Zuck: Dumb fucks.

Avete capito bene, il caro Mark sbirciava negli account di mezza Harvard e se ne vantava con l’amico. Grazie a Facebook, la sua creatura, quel ragazzino di 19 anni, futuro Re Mida dei social network, aveva tra le mani più di 4000 email, foto, indirizzi, e messaggi privati. Perciò se il suo amico aveva bisogno di informazioni, bastava chiedere. Ma il passaggio più divertente, e per certi versi più inquietante, riguarda quel dumb fucks (letteralmente “stupidi coglioni”) con il quale il giovanissimo Mark aveva etichettato chi fosse stato tanto scemo da fornirgli tutti i dati personali sulla fiducia.

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