La Polizia Postale indaga su Facebook

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Il titolo del nuovo gruppo di Facebook era già losco: “Picchiamo i bambini“, e l’associazione dei volontari Meter di Don Fortunato Di Noto, ha subito denunciato alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania il gruppo. Le forze dell’ordine, immediatamente si sono messe alla ricerca degli autori. Il gruppo in se, è molto chiaro già nella presentazione, dove viene riportato un vero e proprio “decalogo” di norme per picchiare i bambini. Un’esortazione ai ceffoni, infatti si legge: “Il bimbo ruba i biscotti? CEFFONE!. Il bimbo ruba il portafogli? CEFFONE! Il bimbo chiede di poter mangiare? CEFFONE!”. A far inorridire il parroco ed i suoi ragazzi, sono state anche le fotografie caricate sul sito. Don Di Noto, ha infatti dichiarato a proposito: “E’ inquietante come si possa istigare a comportamenti illeciti e violenti nei confronti dei bambini e ostentare le conseguenze del maltrattamento sui bambini”. Tutto questo è leggibile proprio oggi, giorno in cui si chiude la XIII Giornata Nazionale dei Bambini vittime di violenza. Il gruppi che è stato denunciato da Meter, invita in pratica ad una sorta di ritorno alla vecchia istruzione basata sui ceffoni e sulle punizioni fisiche. Secondo l’associazione e tanti altri curiosi che sono andati a leggere nel gruppo, potrebbe anche trattarsi di un modo un po’ goliardico di mettersi in mostra ma che (come spesso avviene nei social network), potrebbe diventare una moda ed essere seguita. Ancora secondo Don Di Noto: “alcuni commenti in bacheca sono molto pesanti. Faccio un appello ai responsabili di Facebook affinchè possano intervenire: sarebbe un bel regalo per la XIII Giornata dei bambini vittime della violenza che si chiuderà oggi”. Inoltre nel gruppo non manca il post dal titolo: “Come picchiate i vostri figli”, giusto per rendere ancora di più insulso lo stesso. Si attende con ansia la risposta delle Forze dell’Ordine, ma soprattutto le dichiarazioni dei creatori di questo gruppo che ha fatto così tanto scalpore negli ultimi giorni…anche se non si capisce il perchè.

72 commenti su “La Polizia Postale indaga su Facebook”

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