La morte di Neda Soltani scatena la blogosfera

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Era una studentessa di filosofia di 26 anni, Neda Soltani, una vittima sacrificata come simbolo della protesta contro il regime iraliano. La ragazza che è stata uccisa lo scorso sabato a Teheran è stata la vittima di una causa diabolica. Ad ucciderla lo sparo quasi certo di un cecchino dall’edificio di frote che in Via Karegar, ha annullato la ragazza mentre partecipava alla manifestazione anti governo per le elezioni presidenziali in Iran. La blogosfera sta continuando in suo onore ad aprire siti internet, gruppi su Facebook ed in molti sono coloro che usano la sua immagine come quella del profilo. Le foto, oltre all’unica sorridente che viene condivisa in rete sono quelle di una Neda morente, con il volto insanguinato.
Le manifestazioni di sconforto per questo avvenimento, sono partite dalla blogosfera e si sono diffuse alla strada, a partire da New York fino ai paesi asiatici. Non era sicuramente un pericolo pubblico. Con i suoi capelli castani coperti dal foulard nero a fiorellini, viene ripresa da un cellulare di un passante mentre agonizzante è in terra. La prima persona che ha postato un video riguardo la ragazza è un giovane iraliano che attualmente non vuole divulgare il suo nome. Vive in Olanda e secondo il New York Daily News ha ricevuto il video da un suo amico medico di Teheran. I video che circolano su Facebook sono tre: uno in cui la ragazza manifesta, uno in cui è morente e lìaltro in cui il presunto padre urla frasi del tipo: “Neda, non aver paura, Neda non aver paura! Neda, resta con me, resta con me!”s Qualcosa di macabro, di disumano che però sta accadendo in questo momento nelle terre di sangue dell’Iran. Ad oggi risulta creata in sua memoria una pagina su Wikipedia ed un sito Neda’s Voice che vuole il volto di Neda come il nuovo simbolo di protesta per la libertà e la chiama “L’Angelo dell’Iran”.

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4 commenti su “La morte di Neda Soltani scatena la blogosfera”

  1. Non si muore. No, non si muore per la voglia i vivere. No. Non si può, e non si deve. Non è un romanzo giallo,un intrigo intenazionale, una scena di un roboante film. E’ solo morte vera morte, atroce morte. E non si fa altro che vederne immagini. Noi, noi tutti, siamo solo spettatori, inermi spettatori, figli di quel mondo composto da pupazzi al potere, da gente che guarda anch’essa, impassibile Cheguarda,come da una finestra,nascosto da un tendaggio, un drappo incolore, non una bandiera, un drappo, scuro, più scuro del buio della notte.Perchè è meglio nascondersi, è meglio non farsi riconoscere, e non avere patria, non avere bandiera.Assistere, solo assistere, che una donna, che una figlia di questo mondo, possa essere uccisa dalla mano di uno sporco assassino guidata da una bestia disumana, una belva che il potere invita sul palco, a poter mettere in scena la propria pazzia. No. Non si muore così. Assassini che pregate un Dio che non meritate, Sprofondate nella vostra falsità, e fatevi ingoiare dal buio eterno! Ciao Neda, ti porto in me, senza farti male.
    Nicola

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  2. Non si muore. No, non si muore per la voglia i vivere. No. Non si può, e non si deve. Non è un romanzo giallo,un intrigo intenazionale, una scena di un roboante film. E’ solo morte vera morte, atroce morte. E non si fa altro che vederne immagini. Noi, noi tutti, siamo solo spettatori, inermi spettatori, figli di quel mondo composto da pupazzi al potere, da gente che guarda anch’essa, impassibile Cheguarda,come da una finestra,nascosto da un tendaggio, un drappo incolore, non una bandiera, un drappo, scuro, più scuro del buio della notte.Perchè è meglio nascondersi, è meglio non farsi riconoscere, e non avere patria, non avere bandiera.Assistere, solo assistere, che una donna, che una figlia di questo mondo, possa essere uccisa dalla mano di uno sporco assassino guidata da una bestia disumana, una belva che il potere invita sul palco, a poter mettere in scena la propria pazzia. No. Non si muore così. Assassini che pregate un Dio che non meritate, Sprofondate nella vostra falsità, e fatevi ingoiare dal buio eterno! Ciao Neda, ti porto in me, senza farti male.
    Nicola

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