I social network vicini ad Haiti

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Haiti

 

 

L’informazione sul web ha ottenuto una rapida crescita, ma da quando si è diffusa la mania dei social network, quest’ultima ha reso possibile la diffusione di notizie in maniera rapida e soprattutto con una diffusione capillare e precisa. L’ultimo avvenimento che rende palese questa opportunità, è derivante dal flusso costante di informazioni che arriva da Haiti, ed i due protagonisti indiscussi di questa “catena” sono Twitter e Facebook.

 
A far parlare di se per la propria presenza sul luogo e per l’invio costante di aggiornamenti, sono tanti: il medico reporter della CNN, Sanjay Gupta; il giornalista e dj Carel Pedre; il cronista in prima linea Frederic Dupoux. Tra gli ultimi messaggi che si rilevano sugli account in rete nella scorsa notte analizziamo le sintesi.

 
Sanjay Gupta, ha scritto che: “Non è stata riattivata l’elettricità, sto twittando grazie alla connessione satellitare e ad un generatore elettrico. Sento colpi di arma da fuoco qui vicino. Non ho mai visto cose del genere prima. Anche se odio dirlo, sembra una situazione senza speranza. I cadaveri sono ancora nelle strade. Mi chiedono se posso dare aiuto: certo che lo farò, sono un reporter, ma innanzitutto un medico“. Poi si passa a quella di Carel Pedre che dice che: “L’ultima scossa è stata breve ma molto forte (quella del 18 gennaio mattina). Ci sono migliaia di persone nelle strade. Il governo deve prendere il timone e portarci speranza. Sono già passate oltre 30 ore!“.

 
Poi i messaggi di informazione dati da Frederic Dupoux e quelli di vari utenti su YouTube. Il più esplicito riportato anche dalla stampa nazionale è: “Se non interviene qualcuno ci saranno disordini civili. Mi hanno riferito che la gente vive nel panico costante. Non solo per nuove scosse, ma perchè da quasi due giorni nella capitale manca la luce e al calar delle tenebre si scatena il terrore. I detenuti fuggiti ieri dal carcere diffondono false notizie di allarmi Tsunami per far allontanare la gente dai centri abitati e avere mano libera“.

 
Una situazione davvero terribile, che i social network riescono a farci comprendere da vicino seppur in minima parte rispetto all’orrore vero.

3 commenti su “I social network vicini ad Haiti”

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