Facebook: il più grande censore è l’utente

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Facebook

Facebook non è soltanto un social network mediante cui restare in contatto con amici, parenti e colleghi di lavoro o, ancora, una risorsa grazie alla quale instaurare rapporti con nuove persone ma consente anche di creare e di mostrare agli altri un’immagine di se stessi.

A tal proposito, un recente studio americano condotto dalla Carnegie Mellon University ha misurato l’attività di auto-censura degli utenti che si servono di Facebook ed i risultati ottenuti sono stati decisamente sorprendenti.

Ciò che è emerso è stato, in primis, il fatto che un post, nel giro di circa due settimane dalla pubblicazione, nel 71% dei casi, viene rimosso o modificato.

La ricerca è stata basata sul comportamento di 3,9 milioni di americani effettuando un sondaggio mirante ad individuare sia i cambiamenti all’ultimo minuto sia quelli dovuti ad un ripensamento più avanti nel tempo.

Ne è emerso quindi che il più grande censore su Facebook è lo stesso utente anche se le modalità possono variare a seconda dei casi come, ad esempio, il numero complessivo delle amicizie e l’orientamento politico.

Lo studio ha inoltre portato alla luce il fatto che le persone con problemi legali censurano molto di più, che gli uomini censurano più delle donne, che gli status sulla timeline sono censurati più dei soli commenti e che gli utenti che hanno amici di diverse età e preferenze politiche censurano meno degli altri.

Durante i primi 17 giorni dello studio poco più del 70% degli utenti ha censurato i commenti almeno una volta, poco più del 50% almeno un post e il 44% almeno un commento.

Nel giro i pochi giorni, quindi, circa la metà del campione ha censurato 3-4 commenti.

La ricerca, per quanto banale possa risultare in apparenza, è riuscita a destare l’attenzione dello stesso team di Facebook.

L’autocensura degli status ed anche quella dei post è infatti in grado di diminuire il livello complessivo del valore dei contenuti di Facebook così come la capacità degli algoritmi di considerarli entro una data linea temporale.

La ricerca, quindi, verrà portata avanti in modo tale da poter raccogliere ulteriori dati utili.

Via | Mashable

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