Facebook: il più grande censore è l’utente

Facebook

Facebook non è soltanto un social network mediante cui restare in contatto con amici, parenti e colleghi di lavoro o, ancora, una risorsa grazie alla quale instaurare rapporti con nuove persone ma consente anche di creare e di mostrare agli altri un’immagine di se stessi.

A tal proposito, un recente studio americano condotto dalla Carnegie Mellon University ha misurato l’attività di auto-censura degli utenti che si servono di Facebook ed i risultati ottenuti sono stati decisamente sorprendenti.

Facebook censurato in Danimarca per pedopornografia, ma è un errore

Facebook e Google sono stati oscurati la scorsa settimana per qualche ora in Danimarca nel corso di una abituale operazione di censura attuata dalla polizia locale atta a bloccare i siti internet contenenti del materiale pedopornografico. L’errore da parte del National High Tech Crime Center danese ha creato imbarazzo e anche qualche polemica, ma nel giro di qualche ora la situazione è tornata alla normalità.

Tutto è successo durante una canonica strategia di censura contro otto migliaia di portali web accusati di detenere potenzialmente del materiale di origine pedopornografica.

Le linee guida della censura su Facebook

Tutti gli innumerevoli contenuti che, giorno dopo giorno, vengono condivisi su Facebook passano sotto l’occhio vigile ed attento di un ampio esercito di appositi moderatori, così com’era facile immaginare e così come confermato anche dal documento riservato apparso in rete nel corso delle ultime ore.

I moderatori sono, nella maggior parte dei casi, reclutati in outsourcing da grandi imprese come nel caso di oDesk, così come la stessa ragazza marocchina di 21 anni che, lavorando per un dollaro all’ora, ha provveduto a pubblicare online la sopracitata documentazione nella quale sono contenute le linee guida di tale attività e che considerando le informazioni in esso contenute ha già fatto il giro dell’intero web.

Il primo ministro turco attacca Facebook, ma il popolo internet si ribella

Nonostante il primo ministro turco abbia una pagina Facebook che conta più di 790,000 fan, Recep Tayyip Erdogan, nel corso di un comizio elettorale a favore del suo partito non manca di lanciare qualche stoccata al famoso social network di Mark Zuckerberg.

“Le pagine su Facebook sono brutte e orribili”, avrebbe dichiarato nel corso dell’intervento, aggiungendo che i contenuti che solitamente spopolano sul social network sono “immorali”. Una dichiarazione che conferma i “rapporti difficili” tra Facebook e le cariche governative della Turchia, proprio quando il paese medio-orientale si avvicina delicatamente alle prossime elezioni.

Facebook censura uno spot a favore della marijuana

Facebook contro la Marijuana

A Facebook non piace la marijuana. Ok, d’accordo, al bando la facile ironia, la questione è in realtà abbastanza seria. Il social network di Mark Zuckerberg è stato accusato di aver bloccato e censurato una pubblicità pro marijuana apparsa nelle pagine del sito.

Lo spot a favore della Marijuana è stato creato dal sito Firedoglake.com e vuole incitare i governi di tutto il mondo a liberalizzare la cannabis. Questione politica a parte, la pubblicità non è piaciuta molto ai responsabili di Facebook e lo spot è sparito dal sito nove giorni dopo la pubblicazione. Lo spot è rimasto online dal 7 al 16 agosto, poco dopo è finito sotto la mannaia della censura.

Social network: il governo porterà la censura?

Sono passati giorni dalla decisione del Senato, ma oggi la notizia fa ancora scalpore e sono in tanti quelli che iniziano a preoccuparsi. Difatti da quello che riemerge dalla seduta svoltasi qualche giorno fa, aumenteranno in modo netto i controlli e il filtraggio sulla rete da parte delle autorità, ponendo così fine ai numerosi fatti di scandalo e di ingiustizia. Quelli più noti sono quelli che hanno dipinto le pagine web di facebook in questi mesi: gruppi mafiosi, gruppi di violentatori, foto e video indecenti, e quanto altro ancora. Va bene un filtraggio ma, da come ne si parla in questi giorni, sembra che ci sarà una vera e propria censura.