Facebook contro i venditori di dati personali

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Le decisioni prese nell’ultimo incontro ai vertici del team di Facebook segnano un passo importante nella storia delle applicazioni terze. La crescita costante degli utenti del social network, mista alla richiesta costante di migliorie sulla privacy, portano il CEO del social network in blue ed il suo team ad adottare la tolleranza zero.

Sotto accusa, i così detti “data brokers“, ovvero, le software house ed i singoli sviluppatori di applicazioni per la piattaforma sociale che acquisiscono indebitamente informazioni sugli utenti del sito e le rimettono poi in vendita sul web.
Una pratica illegale molto diffusa, ultimamente questa del commercio dei dati personali, che vengono quotidianamente acquistati dalle società di marketing e rivendute fino a 2 o 3 passaggi di mano. Questi dati contengono informazioni su nome e cognome,gli indirizzi, gli interessi, il lavoro, le relazioni e tante altre cose. Dopo aver fatto un controllo a tappeto, ed essere stato perseguitato dalla stampa americana, ecco che Mark Zuckerberg, ha deciso per questa linea dura, facendo si che le sanzioni siano pesanti per chi infrange queste regole.

Un caso importante riportato dalla stampa è stato quello Rapleaf, una piccola società di data brokers che smerciava i dati personali e si faceva pagare dagli industriali per ogni singolo UIDs. Comunichiamo che tra le applicazioni più dannose ci sono My Top Fans, Manakki, My Friend Web e LOL apps.
A quelli di Facebook non fa più paura lavorare su restrizioni della privacy, questo perchè ormai sente che la sua forza mediatica è indipendente dagli sviluppatori terzi del network.

1 commento su “Facebook contro i venditori di dati personali”

  1. Non penso che sia stata decretata la fine di MySpace. E’ un’ottima piattaforma con un altro target di utilizzo.

    L’integrazione con Facebook è ormai una realtà che non deve essere presa in considerazione come ostile, ma come opportunità.

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