Il 40% dei pre-adolescenti europei è su Facebook

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Quasi due su cinque ragazzini europei dai 9 ai 12 anni di età hanno un profilo su Facebook, in media con i loro coetanei statunitensi, mentre la cifra sale all’80% se si prende in considerazione il range che va da 13 ai 16 anni di età. È il risultato di un sondaggio svolto dalla Commissione Europea su un campione di 25.000 giovani del continente come riportato dal quotidiano francese Le Monde.

Le cifre sono preoccupati non tanto per i soliti discorsi da telegiornale sul fatto che i giovanissimi non dovrebbero stare sui social network, tutt’altro, bensì perché dalla ricerca emerge come la maggior parte di loro non sappia come districarsi tra le impostazioni privacy di Facebook diventando di conseguenza parecchio vulnerabili nei confronti di possibili mal intenzionati. L’indagine europea mostra infatti come il 25% di bambini e ragazzi hanno il loro profilo impostato su “pubblico“, e addirittura uno su cinque di questi profili comprende numero di telefono e indirizzo di casa.

Dunque, se da una parte i genitori pare abbiano tenuto generalmente un atteggiamento pacato e liberale sull’utilizzo di piattaforme sociali come Facebook, è evidente come molte volte non sono a conoscenza dei rischi e soprattutto su come evitarli. Il pensiero che qualche giovanissimo inserisca tra le proprie informazioni dati estremamente sensibili come l’indirizzo di residenza ed il numero di telefono è indice di una palese ignoranza da parte dei piccoli che andrebbero effettivamente controllati per assicurarsi che non accadano determinate cose.

Fortunatamente pare però che molti di loro con l’esperienza si rendano poi conto dei rischi di un social network come Facebook, non a caso se solo il 56% degli intervistati tra gli undici e i dodici anni ha ammesso di aver modificato per sicurezza le proprie impostazioni privacy in un secondo momento, lo stesso ha fatto il 78% dei giovani tra i quindici e i sedici anni. Forse bisognerebbe regolamentare ancora meglio le politiche di iscrizione (che al momento richiede almeno 13 anni di età, ostacolo comunque superabile), e soprattutto far partire una campagna informativa per i genitori che inconsapevolmente lasciano i propri figli alle mercé dei pericoli che contraddistinguono la grande rete per i più giovani.

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