Pinterest fa marcia indietro: non venderemo i vostri contenuti

Ricordate la polemica che si è scatenata qualche giorno fa in merito ai termini di utilizzo di Pinterest? Alcune voci dei Terms of Service (TOS) suonavano alquanto ambigue, specialmente quelle che riguardavano il copyright dei contenuti “pinnati” sul network.

Riassumendo, quando posti una foto sulla board dichiari che sei l’unico e solo proprietario di quell’immagine, e cedi il diritto di utilizzo a Pinterest che può rivenderla a terzi senza interpellarti e tenendo per sé tutti i profitti.

Come potete immaginare, questa clausola non è andata giù agli utenti di Pinterest che hanno protestato per quella che si presentava come una evidente violazione del copyright. E le lamentele sono state così numerose da spingere la Cold Brew Labs, società proprietaria del network, a fare un passo indietro per rivedere gli articoli del TOS.

Un buon motivo per non iscriversi a Pinterest

Tutti usano Pinterest, ma quasi nessuno si è preso la briga di leggere con attenzione i termini di utilizzo del social network. Invece, proprio nel caso di Pinterest, è consigliabile dare un’occhiata approfondita ai Terms of Use prima di aprire un account, perché ci sono alcune cose che non tornano.

Pinterest è un sito che appartiene alla società Cold Brew Labs, dove puoi postare anzi “pinnare” le immagini che trovi in giro per la rete su una o più bacheche virtuali chiamate “boards”, e raggruppare le foto che ti piacciono di più sotto i temi più svariati. Tu per esempio puoi creare una board dedicata interamente alle scarpe, e un’altra con tutte le foto del mio cantante preferito. Ma prima di cominciare è bene che tu sappia che quando ti iscrivi a Pinterest accetti automaticamente di attenerti ai termini di utilizzo del network, che sono piuttosto ambigui.

TwitPic modifica i termini di servizio

TwitPic, il popolare servizio per condividere foto su Twitter ha modificato i suoi termini di servizio, introducendo nuove clausole che hanno generato un po’ di confusione fra i suoi utenti. Ma vediamo cosa è cambiato.

La novità più rilevante riguarda il copyright: l’utente conserva i diritti d’autore per tutte le foto e i video condivisi su TwitPic. Dall’altra parte, TwitPic si riserva il diritto di ridistribuire questi contenuti su twitpic.com e sui siti partner affiliati, che però non vengono specificati nel ToS.

Facebook, “Face” potrebbe diventare un marchio registrato

Facebook

Facebook potrebbe presto ottenere la proprietà della parola “Face“, in quanto l’ufficio brevetti americano ha richiesto al sito di Mark Zuckerberg di inviare tutta la documentazione necessaria per verificare il potenziale utilizzo del termine.

In altre parole, l’ufficio brevetti intende sapere perchè Mark Zuckerberg vuole fare della parola “Face” un marchio registrato. I legali di Facebook hanno sei mesi di tempo per inviare  i documenti richiesti.

Google contro YouTube Social

YouTube Social

Vi ricordate di YouTube Social? Ne abbiamo parlato qualche tempo fa, si tratta di un sito che permette di guardare i video di YouTube con gli amici, comodamente online, condividendo i propri filmati preferiti.

La piattaforma, sviluppata da IO Ventures ha ottenuto fin da subito un enorme successo, forse troppo, visto che il sito ha attirato le ire di Google.

YouTube pagherà gli artisti in Francia

YouTube Francia

Dopo l’accordo, tutto italiano, siglato tra YouTube e Sugar Music, per garantire agli artisti di ricevere compensi dai video visualizzati sul sito, iniziano ad arrivare proposte simili anche da altri paesi.

In Francia YouTube e Sacem (Societe’ des auteurs, compositeurs et editeurs de musique, l’equivalente francese della “nostra” SIAE) hanno firmato un contratto che obbliga il sito di video sharing a pagare una quota agli artisti per ogni video visualizzato dagli utenti.

YouTube e SIAE, accordo raggiunto

SIAE accordo YouTube

Dopo anni di lotte ed aspre battaglie, YouTube e la SIAE, Società Italiana degli Autori ed Editori, hanno finalmente trovato un accordo atto a tutelare il lavoro dei musicisti, e non solo.

L’accordo, valido fino al 31 dicembre 2012, permetterà a musicisti, compositori ed editori musicali di guadagnare un piccolo compenso dai video con i loro brani caricati su YouTube dagli utenti.

Twitter e il diritto d’autore

I creatori di Twitter non hanno mai sollevato la questione del diritto d’autore, o della legittima proprietà dei contenuti presenti sul microblogging. Così come il problema del plagio non è mai stato una priorità per Biz Stone fino a quando alcuni utenti non hanno manifestato il loro malcontento a proposito di insospettabili followers che postavano gli identici contenuti sul blog, ma senza il nome dell’autore e l’indicazione RT per segnalare un retweet, e non un contenuto originale.

In realtà questa pratica non rispondeva ad una vera e propria volontà di furto, ma ad un esigenza di condivisione che però si scontrava con il limite dei 140 caratteri imposti da Twitter. Dato che aggiungere il nome dell’autore e l’indicazione RT faceva superare il numero di caratteri a disposizione, la cosa più semplice era farne a meno. Con l’introduzione qualche mese fa delle nuove Retweeting Api questo problema sembra essere stato felicemente risolto. Tuttavia, molti utenti sembrano non conoscere la politica di Twitter sul copyright, perciò vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Social network demoliscono i diritti d’autore

Grazia Neri

Ebbene si, con l’espansione dei siti internet di social networking oltre ad acquisirne informazioni sui pregi di questi strumenti, ci rendiamo conto sempre di più dei difetti di questi servizi (per qualcuno) infernali. La notizia che sta facendo il giro dei soggetti che si battono per i diritti d’autore, è finita su “Il sole 24 ore” e parla di una delle agenzie foto giornalistiche tra le più quotate in Italia. Parliamo di Grazia Neri.

You Tube sempre più sulla cresta dell’onda

Quasi un anno fa, il 20 Maggio circa, si attendeva con ansia il decollo di uno dei social network di video sharing più diffusi al mondo, stiamo parlando di You Tube. Questa piattaforma per la condivisione dei video diventata ormai la più famosa per popolarità e diffusione di video seri, semi seri e vere sciocchezze, sembra che sta vivendo un periodo di vera crisi a causa della duplice faccia di una stessa medaglia: il rapporto soldi / utenti.

Ebbene si, la crescita continua degli utenti e dei caricamenti video, aumenta in numero esponenziale rispetto alle magre entrate del network. Mountain View, non è molto contenta di questa situazione che sembra andare avanti proprio dal 2006, quando l’azienda di Brin e Page ha versato oltre 1,65 miliardi di dollari per acquistare il gigante dei video. Potrebbe chiamarsi un investimento sballato, visto che fino ad oggi, con il servizio di broadcasting non ha guadagnato ancora nulla.

J.K. Rowling: preoccupata per la diffusione del suo Harry sui Social Network

Il successo per la scrittrice inglese J.K. Rowling è stato ed è enorme grazie al suo lavoro della saga del maghetto bambino Harry Potter. Nonostante il successo e i vantaggi che ha portato il mago all’autrice (che oggi è una delle persone ricche e influenti della letteratura mondiale), lei, in ogni modo cerca di tenere i suoi personaggi lontani dal mondo del Web. Questa mission impossible, viene perseguita con dei pessimi fini secondo le statistiche. La scrittrice inglese, ha cominciato quindi la sua battaglia contro il web, partendo dall’accusa fatta al sito Scribd, di ospitare una serie enorme di copie illegali della serie del giovane Harry Potter, uploadati in maniera “pirata” dagli utenti. Scribd, dal canto suo, ha invece dichiarato che non ci sono cause legali in corso legate al sito e che secondo i propri contatti, né J. K. Rowling né altri autori hanno in programma di denunciare il sito per questioni di copyright. Fatto sta che l’autrice britannica si trova comunque in disappunto con quanto pubblicato on-line perchè seppur esiste un sistema interno al network che impedisce la pubblicazione di testi coperti da diritti di autore, continuano comunque a spuntare on-line copie dei suoi testi.
Ad oggi il social network Scribd, ha dichiarato il proprio rifiuto di effettuare il monitoraggio attivo dei contenuti inseriti dagli utenti, limitandosi esclusivamente ad interventi effettuati dietro la segnalazione degli altri utenti o di terzi.

Ora Facebook chiede agli utenti l’approvazione dei termini d’uso

C’è stata una piccola rivoluzione nell’universo Facebook che non poteva passare inosservata a noi di IoChatto.  Finalmente Mark Zuckerberg chiederà agli utenti di approvare i nuovi “terms of use” di Facebook. Il primo passo di questo cambiamento nella politica aziendale del famoso social network, è stato sicuramente il ripristino dei vecchi termini d’uso, a seguito delle lamentele di numerosi utenti, che ha visto in prima fila il gruppo da noi creato per protesta contro i cambiamenti al contratto finale avvenuti a febbraio. Ma dopo tante critiche, ora Facebook si prepara a presentare una bozza che apre al giudizio degli utenti.
Zuckerberg, però, non si limita a questo.

Per rendere la sua proposta chiara e comprensibile anche agli internauti meno esperti, il boss di Facebook promette che stavolta il contratto sarà scritto in termini chiari e senza ambiguità che si possano prestare a diverse interpretazioni.

Un binomio interminabile: Social Network Vs Pirateria

Ancora gatte da pelare per i social network (soprattutto YouTube) e la questione copyright. Il problema secondo i rumors viene sollevato dalle major discografiche e le distribuzioni cinematografi che, che tirando le somme per il 2008, hanno deciso quest’anno di stimare un raffronto a 20 anni fa (di preciso al 1989), verificando un ribasso pari a circa 46.000.000 di euro passando dai 224.000.000 di euro acquisiti nel 1989 ai 178.000.000 di euro del 2008. Puntare il dito contro un colpevole è stato semplice: i social network che permettono la condivisione. Primo tra tutti YouTube, che diffondendo più degli altri network materiale audio / video, viene considerato il caposaldo del ribasso delle vendite soprattutto di DVD contenenti video-clip musicali.
Altri network imputati sono quelli dedicati al audiotone sharing che permettono agli utenti di telefonia di scaricare interi brani audio che grazie alle tecnologie attuali (Bluetooth et similia) sono di semplice scambio gratuito.
A guadagnarci secondo le major sono invece società come Nokia e Sony Ericsson che sempre più stanno orientando i loro prodotti alla full integration con i social network.

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