LinkedIn cerca collaboratori…gratis

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Il processo di crowdsourcing (termine coniato da Jeff Howe) è illustrato in una tabella web  sul proprio sito ed indica tutti i dati comprensivi di soluzioni proposte dai manager. Fatto sta che LinkedIn ha pubblicato questa sorta di appello che vuole tendere al lavoro che viene svolto quotidianamente da Wikipedia. Il problema è proprio li. Un’azienda che lavora con ricavi per il proprio operato, che a differenza di Wikipedia che lavora in maniera gratuita, si pone il progetto di richiedere collaborazioni gratuite alla propria community.
Matthew Bennett, un traduttore e blogger spagnolo ha dato la rivelazione sul proprio blog postando le testuali parole: “LinkedIn è riuscito ad irritare diversi suoi utenti, traduttori professionisti, chiedendo loro di tradurre parti del sito in lingue straniere in cambio di un badge LinkedIn o perché è divertente”. I professionisti interpellati sono oltre 12.000 e non hanno preso di buon grado o con divertimento la richiesta fatta dal sito. Il social network che tutti conosciamo come aggregatore di carriere (che ha il 50% degli iscritti negli Stati Uniti), ha oggi 42 milioni di utenti registrati ed a seguito di questa richiesta si sono avute molte rivolte virtuali sul network. Tra gli esempi, Mr Irwin che ha raccontato al New York Times la sua esperienza del sondaggio inviato a LinkedIn. Il signor Chris Irwin ha scelto infatti di rispondere con l’opzione messa a disposizione “Altro”, specificando il desiderio di collaborare a pagamento così: “Sono sorpreso del fatto che LinkedIn abbia la sfrontatezza di richiedere una prestazione professionale gratuita”. Anche Bennet, oltre al post sul suo blog ha deciso di fare una protestaa cui si sono accodati già 300 iscritti. La tegola per LinkedIn è stata commentata da Nico Posner, Product Manager e Responsabile delle versioni internazionali del sito e ha comunicato che: “Attualmente stiamo indagando sulla maniera migliore di tradurre il nostro sito in diverse lingue. Dal momento che si tratta di una decisione che avrà impatto su milioni di utenti, volevamo conoscere il parere di alcuni nostri membri a proposito delle strade più efficaci per realizzare questa cosa”.
Il sondaggio apparso per 6 giorni è stato: “Che tipo di incentivo ti aspetti per tradurre il sito LinkedIn?” e solo il 18% dei votanti ha risposto “Perchè è divertente”. Posner ha concluso parlando di Bennett e dicendo: “Ho capito che molti traduttori professionisti non sono interessati a partecipare ad un’opportunità di crowdsourcing su LinkedIn. Altri, tuttavia, darebbero il loro benvenuto al progetto, avendo la possibilità di evidenziare il loro lavoro sulla propria pagina e non solo per la gloria, ma anche per la speranza di trovare un lavoro pagato”.

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