Problemi contabili per il social shopping di Groupon

Alcuni problemi in vista per Groupon, il sito di social shopping che sta impazzando in tutto il mondo. Specializzato nella vendita di coupon e di offerte imperdibili preparate ad hoc per ogni città, Groupon potrebbe essere controllato dalla SEC, l’Autorità Americana dei servizi finanziari. Si prospetta, infatti, l’avvio di una revisione dei risultati di Groupon, che è stata recentemente quotata in borsa dallo scorso novembre.

La notizia arriva dal Wall Street Journal che precisa che l’indagine è ancora in una fase preliminare e che la SEC non ha preso realmente ancora alcuna decisione. Certo è che non sembra essere il primo problema di contabilità riscontrato da Groupon. L’azienda aveva già dovuto rispondere alla Sec in passato. Ma anche qui in Italia Groupon ha subito molte critiche. Molti avranno visto “Striscia La Notizia” a cui si sono rivolte numerose associazioni dei consumatori per lamentare delle irregolarità nella consegna delle merci.

Groupon ha dichiarato di aver avuto una contrazione nei risultati del quarto trimestre del 2011. Ciò avrebbe compromesso l’intero esercizio contabile che dovrebbe essere rivisitato completamente. Insomma, le grandi aspettative della quotazione in Borsa dopo un anno non sarebbero state soddisfatte. Infatti, Groupon avrebbe chiuso il 2011 con perdite nette per 42,7 milioni di dollari. Di meno rispetto all’anno precedente, ma il titolo in Borsa è retrocesso del 15% e questo non va assolutamente bene per gli investimenti. Andrew Mason, il CEO di Groupon, è comunque molto fiducioso. Ha, infatti, dichiarato che il 2011 è stato un anno di crescita fenomenale in cui Groupon si è affermato come leader nel commercio online locale. Ma sul mondo del social shopping vige un controllo ferreo ormai. Infatti, anche il principale competitor di Groupon, Groupalia sta subendo delle verifiche da parte dell’Antitrust dopo alcune segnalazioni di Cittadinanzattiva che l’ha accusata di pubblicità ingannevole, di ritardi nei rimborsi delle somme spese dagli utenti e di poca trasparenza nelle informazioni date ai consumatori.

Foto Credits| Groupon su Flickr