Twitter annuncia il supporto per la funzionalità Do Not Track

Il team di Twitter ha fatto sapere di essere intenzionato ad implementare, nel corso dei prossimi giorni, al ben noto servizio di micro blogging la funzionalità denominata Do Not Track al fine di impedire il tracciamento delle attività online dei propri utenti da parte di eventuli inserzionisti pubblicitari.

L’annuncio, conseguenziale all’imposizione della commissione a stelle e strisce sui vari protagonisti del web di utilizzare apposite funzioni al fine di evitare lo sfruttamento dei cookie da parte di siti terzi di eventuali advertisting network per la creazione di pubblicità mirate, è stato dato da Ed Felten, Chief Technology Officer della Federal Trade Commission (FTC), nel corso di una conferenza sulla privacy, annuncio che è stato poi subito confermato dallo stesso team di Twitter mediante la pubblicazione di un apposito tweet.

Facebook e lo scambio dei dati senza autorizzazione

Il social network di Facebook potrebbe presto apportare nuove modifiche alle sue norme sulla privacy, in modo da cedere i dati personali degli utenti alle aziende, senza essere costretto a chiedere l’autorizzazione degli iscritti. Questa indiscrezione è trapelata dal blog ufficiale di Facebook, a proposito di alcune novità che sembra verranno introdotte molto presto.

In the proposed privacy policy, we’ve also explained the possibility of working with some partner websites that we pre-approve to offer a more personalized experience at the moment you visit the site.

Insomma, con la scusa di offrire agli utenti una interazione personalizzata, con gruppi o fan page, basata sulle preferenze personali, Facebook potrebbe dare via alcuni dei vostri dati personali a siti partner, senza chiedere la vostra autorizzazione. Ma tutto questo è legale?

Nuove regole per i social network

Silenzio…ora parla il garante della privacy! Non è una trovata pubblicitaria per vendere pasta, bensì è il rapporto stimato in relazione alla diffusione di contenuti su social network.
Passino le foto personali, le idee politiche ed i commenti a volte un po’ violenti o troppo burleschi nei confronti di amici, ma la tendenza a mettere in mostra la propria vita privata anche invadendo i profili dei propri amici, questo no.
Il garante della privacy ha detto che la mania di “sbattere” continuamente la propria vita e soprattutto il proprio privato sui social network sta contagiando ormai milioni di persone e questa “malattia” va curata prima che degeneri.

Twitter sotto attacco hacker

Nuovi guai per Twitter. In seguito ad un attacco hacker, sono stati trafugati alcuni documenti riservati e i dati personali dei dipendenti di Twitter. Queste informazioni poi sono state inviate alle redazioni e ai siti di news di mezzo mondo, che ora hanno l’occasione di pubblicare i segreti e le indiscrezioni del network, uno dei colossi della blogosfera. La fonte di queste informazioni è un hacker francese che si fa chiamare Hacker Croll, in passato già protagonista di simili imprese. Il cybercriminale ha inferto un duro colpo alla sicurezza di Twitter, entrando in possesso di molte informazioni riservate come l’elenco completo dei dipendenti e il relativo salario, le preferenze alimentari, la corrispondenza privata e aziendale, e naturalmente tutte le password degli account PayPal e Amazon, dei profili Facebook e altro ancora.

Ma questa disavventura pone l’accento non solo sulle falle della sicurezza di Twitter, ma introduce anche un problema di giornalismo etico che riguarda le redazioni dei quotidiani web che hanno ricevuto le informazioni confidenziali inviate loro da Hacker Croll, e cioè cosa fare di tutto questo materiale. Pubblicarlo significherebbe una grave violazione della privacy, ma lasciarsi scappare un’occasione del genere non sarebbe comunque una mossa intelligente.

Corretta falla in Facebook

Dopo 15 giorni dalle segnalazioni di vari utenti, e soprattutto a partire dalle segnalazioni di vari blog, Facebook si è impegnato per risolvere definitivamente una falla nel proprio sistema di sicurezza riguardo i dati personali degli iscritti. Fatto sta che la notizia non è riuscita a diffondersi al punto tale da permettere ai male intenzionati di effettuare upload “malefici” per poter poi approfittare dei dati sensibili di ignari utenti. La falla identificata era insita nelle query delle impostazioni della privacy degli utenti che non venivano realmente attuate dal sito. Cosa c’era di losco? Ebbene, seppur nei settaggi della privacy, l’utente avesse deciso di nascondere determinate informazioni personali come il luogo di residenza oppure il sesso, questi erano visibili nella scheda delle “Info” dell’utente, seppur questo non risultasse un nostro amico.

Dal Texas si torna a bomba sulla questione privacy

Da quando sono nati e sono evoluti i social network, argomento fisso nelle rubriche dei magazine è quello della privacy. E sicuramente questo è un punto da tenere in considerazione per tutti gli utenti di questi siti perchè ogni giorno ci sono novità in proposito che danno ai malintenzionati la possibilità di risalire a dati personali che non vogliamo divulgare. La notizia arriva dall’Università del Texas dove alcuni ricercatori, facendo una combinazione dei dati disponibili on-line pubblicamente sono giunti a risultati non confortanti. Per fare questo test, i ricercatori hanno utilizzato due servizi abbastanza noti e nello specifico Flickr (portale di condivisione foto / video) e Twitter (l’ormai celeberrimo servizio di microblogging). A partire dai dati dei profili pubblici disponibili su questi siti, li hanno resi anonimi per verificarne la validità nei propri algoritmi. Lo scopo dello studio era di rilevare i dati sensibili basandosi solo sui dati pubblici ma soprattutto sulle correlazioni di utenti amici per capirne le derivazioni.

Facebook: gli aggiornamenti che ledono la privacy

Con l’aggiunta di ulteriori strumenti di limitazione all’accasso dei contenuti privati su Facebook, sono state scoperte nuove falle riguardanti la sicurezza stessa dei contenuti. A rendersi conto del presunto bug, è stata la Associated Press insieme ad un hacker.
Lo staff di Facebook, è stato avvertito immediatamente e con un comunicato stampa ha divulgato l’avvenuta risoluzione del bug in meno di un’ora. Brandee Barker, responsabile dei rapporti con il pubblico e portavoce ha così risposto sulla questione: “Prendiamo la privacy molto seriamente e continuiamo ad apportare migliorie al sito”.
Sul sito della società di Palo Alto, è stato possibile secondo alcune indiscrezioni accedere a foto private di Paris Hilton, del fratello Nicholas Barron Hilton e di tanti altri utenti che credevano il proprio materiale al sicuro. Tra i “depredati” del materiale privato, troviamo anche il fondatore Mark Zuckerberg.
L’ICO (Information Commissioner Office) della Gran Bretagna, ha subito comunicato del proprio precedente avvertimento sui rischi corsi da chi si affida ai Social Network ed ha lanciato un nuovo allarme con scadenza 2011 che il rischio di diffusione dati aumenterà di circa 10 volte.