Facebook, aggiunta la sezione dedicata al bullismo al Centro per la sicurezza

Facebook centro per la sicurezza

Una tra le problematiche maggiormente diffuse e più spiacevoli incontro alle quali è possibile andare servendosi di un social network è quella delle molestie da parte di altri utenti, una situazione questa che va ad aggravarsi ancor di più nel caso in cui le persone coinvolte risultano minorenni.

Il team di Facebook, al fine di preservare il più possibile i propri scritti e mettere a loro disposizione utili strumenti e consigli mediante cui evitare di andare incontro a tutte le varie ed eventuali problematiche nelle quali si potrebbe incappare girovagando tra le sezioni del social network in blu ed entrando in contatto con specifici utenti ha messo a disposizione, già da qualche tempo a questa parte, il Centro per la sicurezza delle famiglie, una sezione che, appunto, mira alla prevenzione ed alla risoluzione di situazioni di questo tipo.

Facebook: un paradiso per gli adulti ma un inferno per i teenager

Strano ma vero, Facebook piace molto di più agli adulti che agli adolescenti, almeno negli Stati Uniti. Un recente sondaggio ha rivelato che quasi l’85 di adulti (donne e uomini) pensano che stare sul social network sia un modo piacevole di passare il tempo. Ma non la pensano così i loro figli, che su Facebook si sentono a disagio ogni giorno di più. E il motivo di questo disagio sarebbe il comportamento offensivo degli altri utenti.

Facebook combatte il bullismo con Time Warner

Facebook e Time Warner hanno annunciato di stare collaborando per risolvere la terribile piaga sociale del bullismo, che colpisce solitamente gli adolescenti dal carattere debole, contro i coetanei (o molto spesso più grandi) prepotenti. La partnership tra i due colossi comprende il lancio di una enorme campagna multimediale atta a limitare il diffondersi continuo del fenomeno.

Il nome della campagna è Stop Bullying: Speak Up, e oltre a coinvolgere i diretti interessati, si rivolgerà anche a social media, stampa, trasmissioni TV e radio, con l’obiettivo di raggiungere genitori ed insegnanti in modo da poter insegnar loro come fare per evitare che i più giovani finiscano vittime del bullismo.

La Francia combatte i bulli online chiudendone gli account su Facebook

Considerando l’accrescimento del fenomeno del cyberbullismo e delle inevitabili conseguenze che ne derivano, Luc Chatel, il Ministro dell’Istruzione Francese, ha deciso di combattere la problematica in questione facendo chiudere i profili di tutti gli studenti che perseguitano i loro compagni di scuola sulle pagine di Facebook.

L’iniziativa, nata dall’accordo tra la nazione francese ed il team di Facebook, viene argomenta da Chatel, durante il suo intervento di chiusura ad una conferenza dedicata alla lotta contro il bullismo tra gli studenti, il quale dichiara che l’attuazione di tale progetto, sebbene non definibile esattamente come “semplice”, prevede l’individuazione sistematica degli allievi che compiono atti di bullismo attraverso il tanto amato social network e la successiva chiusura dei loro account, mentre invece, per quanto concerne i casi più gravi verrà fatto in modo che i parenti della vittima possano avere l’opportunità di presentare eventuali denunce mediante una partnership instaurata con il Central Office dedicato a combattere i cyber crimini.

Minacce su Facebook sempre più in aumento per presidi e docenti

Sulla base di un recente sondaggio risulta che in seguito all’avvento di Facebook, principalmente, ma anche di tutti gli altri servizi preponderanti sul panorama dei social network, la situazione nelle scuole per quanto concerne la questione vessazioni sembrerebbe essere notevolmente peggiorata a danno non soltanto degli studenti stessi ma, sopratutto, di presidi e docenti.

Secondo il sondaggio, infatti, un quinto dei presidi sarebbero soggetti alle minacce di alunni e genitori intenti ad utilizzare Facebook ed altri social network come strumenti di comunicazione intimidatori.

Studentessa USA porta la scuola in tribunale

tribunale

C’è una nuova paladina sul versante statunitense di Facebook: Katherine Evans, una studentessa di 19 anni del sud della Florida, ha creato una pagina per criticare la sua insegnante di Inglese. Fin qui niente di strano, se non fosse che su più di 200 milioni di utenti in tutto il mondo, la maggior parte dei quali crea pagine contro qualcosa, la scuola ha deciso di sospendere proprio lei, accusandola di bullismo.

Ma non si è persa d’animo Katherine, che ha fatto causa alla scuola. Il giudice federale ha stabilito infatti che la ragazza ha tutto il diritto di proseguire la sua azione legale per fare in modo che il provvedimento disciplinare pari a tre giorni di sospensione venisse cancellato dal registro.

La Chiesa Inglese: “Stop ai mezzi di comunicazione di massa”

Nuova tegola per i social network e per tutti i mezzi di comunicazione di massa. Questa volta, la protesta contro lo stesso arriva da Londra, dove la Chiesa britannica ha dichiarato una guerra aperta ai mezzi di comunicazione di massa come e-mail ed SMS, oltre che ai noti Facebook e MySpace. Ad iniziarla è stato l’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, che con questa battaglia contro i mezzi di comunicazione di massa cerca di migliorare il mondo, probabilmente senza considerarne le catastrofiche conseguenze per l’informazione e la comunicazione sociale.
Secondo l’arcivescovo, i social network in particolare, sarebbero la prima causa per i ragazzi di andare alla ricerca di relazioni provvisorie e poco durevoli, dove la quantità è più importante della qualità.