Il Pakistan censura anche YouTube

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A un giorno di distanza dalla decisione del governo pachistano di censurare Facebook, la stessa sorte è toccata oggi a YouTube. Senza contare gli altri numerosi siti censurati dalle autorità, compreso Wikipedia. Mentre il social network di Zuckerberg era stato bandito a causa di un concorso sulle caricature di Maometto, il celebre sito social dedicato ai video, che quest’anno compie cinque anni di vita, è stato bloccato per “la presenza di contenuti scioccanti“, come dichiarato dalle Autorità per le Telecomunicazioni.

Già tre anni fa il Pakistan aveva censurato YouTube per via di alcuni video che andavano contro la morale della religione islamica.

Nei giorni scorsi, a causa delle controversie nate dalla pagina Facebook “La giornata del disegnate tutti Maometto“, persino il popolo degli studenti era sceso in strada a manifestare contro il social network. Dopo la manifestazione degli studenti di Karachi e di altre città del Pakistan, il movimento degli avvocati islamici ha presentato una petizione contro Facebook all’Alta Corte di Lahore, sollecitandola ad intervenire nella questione oscurando il sito. E così è stato.

Bisogna però attendere un po’ per vedere se l’oscuramento ha avuto effetto o se i cittadini pachistani riusciranno a trovare una scappatoia alla censura dei due più importanti siti di condivisione online. Dal canto suo, YouTube ha annunciato che sta cercando di analizzare il problema e “lavorando per assicurarsi che il servizio sia ripristinato il più presto possibile”.

Un portavoce del sito di video sharing ha dichiarato che “YouTube offre ai cittadini di tutto il mondo una finestra sulle culture e sulle società e crediamo che alle persone non debba essere vietato l’accesso all’informazione via video“. Anche Facebook ha detto che i contenuti contestati dagli islamici non violano i Termini di Servizio e che quindi non capiscono perché dovrebbe essere un sito illegale in alcuni Paesi.

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