Facebook: 10 motivi per chiudere

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Dan Yoder lavora in un social media startup di Hollywood e su un post ormai celebre del suo blog Rocket ha stilato un elenco di dieci motivi per cui bisognerebbe chiudere il proprio profilo su Facebook. La lista ha già fatto il giro del mondo e ha avuto molto successo tra gli esperti del settore.

La cosa principale che Yoder critica in Facebook è la determinazione a sostituirsi a qualsiasi cosa e diventare così “tutto per tutti”. Cerca di combattere ogni social network in possibile competizione attraverso le applicazioni, inglobando ogni servizio al suo interno. Al contrario di twitter, che non è il massimo dell’usabilità, non si focalizza su niente in particolare e quindi non è esattamente niente ma potenzialmente tutto.

Ecco una rassegna schematica dei dieci motivi per cui lasciare Facebook:

1. La struttura tecnica fa schifo lascia a desiderare. Essendo fatto principalmente di fattorie e guerre di mafia, pubblicità insopportabili per single e una miriade di impostazioni per la privacy, in fondo non è molto utile. Le “notizie più popolari” non sono quasi mai davvero le più importanti e non c’è un modo per configurarne il meccanismo. Non si può personalizzare il profilo con colori o stili e la navigazione e il caricamento delle pagine sono così lente da rendere questo social network semplicemente ridicolo.

2. Non supporta l’open web e qualsiasi dato è proprietà assoluta di Facebook.

3. È estremamente difficile chiudere davvero e una volta per tutte un profilo su Facebook. Ci sono diversi trucchi e bastoni tra le ruote che impediscono di eliminarlo completamente e la parola utilizzata nella pagina delle impostazioni è “disattivazione”, che non coincide affatto con “cancellazione”. Per arrivare al vero link di cancellazione occorrono 5 passaggi di click.

4. Non è tecnicamente abbastanza competente per essere attendibile. Non è raro scovare degli errori madornali nella gestione dei dati.

5. L’attendibilità, inoltre, non è solo a Facebook in sé che dobbiamo evidentemente darla per usare il nostro account, ma anche a tutti gli sviluppatori di applicazioni, che appartengono a gruppi e aziende troppo piccole per preoccuparsi troppo delle impostazioni sulla privacy.

6. Facebook è prepotente e non vogliono che i loro utenti sappiano davvero che cosa viene fatto dei loro dati.

7. Facebook dà agli sviluppatori di applicazioni i dati degli utenti ma non spiega le implicazioni che questo ha per la privacy. Il suo business è monetizzare le informazioni private rendendole pubbliche.

8. Ha dichiarato guerra alla privacy. I suoi fondatori affermano che la gente così è più contenta perché può condividere più informazioni, in modo più aperto e trasparente. Questo significa che Facebook non vuole solo sapere qualsiasi cosa su di te, ma vuole anche che chiunque altro lo sappia.

9. Un CEO di Facebook ha documentato tutti i comportamenti contro l’etica sin dall’inizio della sua esistenza. C’è la voce non provata che Zuckerberg abbia addirittura rubato l’idea a qualcun altro.

10. I termini di servizio sono a senso unico e fanno gli interessi di una sola parte: quella di Facebook. Se vuole può interrompere in qualsiasi momento l’attività di un profilo e la parte che parla di come difendersi è minima.

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