Visa Mastercard e Paypal attaccati dagli hacker

 

L’obiettivo è difendere Wikileaks, ed a pagarne le spese sono stati Visa Mastercard e Paypal. L’attacco del sito www.visa.com ad esempio è partito proprio da alcuni attacchi hacker derivanti dal social network Twitter che con un’operazione che prende il nome di Operation PayBack, ha costretto Visa a ricontrollare le sue impostazioni per essere stata vittima di un attacco DDos.

L’attacco sarebbe stato scatenato in difesa di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks. Ma i danni non finiscono qui, anche perchè oltre Visa Mastercard sono stati attaccati anche i server di PayPal, delle Poste Svizzere e di Amazon. In pratica, i responsabili del bloccaggio finanziario di Wikileaks e del suo fondatore.

WikiLeaked, analisi dei documenti segreti di WikiLeaks

WikiLeaked

Un blog dedicato all’analisi dei documenti segreti di WikiLeaks? Mancava, parliamo al passato perchè da poco è stato aperto WikiLeaked, sito che nasce per fare luce sui numerosi documenti segreti divulgati da Julian Assange (arrestato a Londra nei giorni scorsi).

WikiLeaked non pubblica file segreti o documenti riservati, se state cercando questo materiale avete sbagliato destinazione, se invece volete approfondire gli “scandali” rivelati da WikiLeaks, siete nel posto giusto.

Amazon vende i rapporti confidenziali di WikiLeaks

WikiLeaks non è un social network, eppure le sue vicende sono fra le più discusse sui social networks, dove si torna a parlare del legame che coinvolge WikiLeaks e Amazon, il colosso dell’ecommerce.

Il primo dicembre Amazon ha messo fuori servizio i server che ospitavano i file di Wikileaks in seguito alle richieste della Commissione per la Sicurezza Nazionale americana. L’oscuramento di WikiLeaks è cominciato subito dopo che il sito aveva diffuso i cosiddetti diplomatic cables, cioè i rapporti ufficiali dei funzionari e degli ambasciatori del dipartimento di Stato americano che avevano come oggetto altri importanti funzionari che lavoravano per i governi stranieri. Rapporti definiti illegali dal Senato americano, tanto che Amazon ha deciso di bloccare i server di WikiLeaks.

Il fatto curioso è che proprio Amazon oggi ha messo in vendita quegli stessi rapporti sul suo sito, per il download in eBook formato Kindle.

Operation Payback, pagina bannata da Facebook

Operation PaybackFacebook ha bannata la pagina di Operation Payback, gruppo di hacker attivo da anni e nato per supportare WikiLeaks. Il gruppo ha spesso attaccato e steso i rivali del sito di Julian Assange.

Ma Facebook non ci sta ed ha bannato la pagina del gruppo, poichè questa contiene materiale vietato dalle norme del sito, come riferimenti palesi ad attacchi hacker e incitamento a compiere attività non legali.

Facebook non bloccherà la pagina di WikiLeaks

Facebook WikiLeaks

WikiLeaks è il sito più popolare del momento, in rete non si parla d’altro, molte piattaforme hanno deciso di “bannare” WikiLeaks dalle proprie pagine, come Amazon per esempio, o PayPal, che ha prontamente bloccato l’account di Julian Assange (recentemente arrestato), che non potrà più ricevere donazioni.

Molti si chiedono come si comporterà Facebook, se la pagina ufficiale di WikiLeaks sarà cancellata oppure no. La risposta è arrivata nelle scorse ore, il social network di Mark Zuckerberg non cancellerà il profilo di WikiLeaks, che rimarrà quindi attivo.

Arrestato Julian Assange di WikiLeaks

Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, è stato arrestato a Londra alle ore 9.30 locali (le 10.30 in Italia) dalla polizia di Scotland Yard.

Il mandato di arresto è stato spiccato per presunti reati sessuali commessi in Svezia, nei confronti di due donne che hanno accusato Assange di averle molestate. Così il fondatore di WikiLeaks è finito nel mirino dell’Interpol.

L’arresto è avvenuto stamattina in una stazione di polizia londinese.
Julian Assange continua però a negare d’aver commesso quei reati.

WikiLeaks oscurato torna online con un nuovo url

Non si fermano i guai per Julian Assange. Pochi giorni fa la notizia che il fondatore del sito WikiLeaks è attualmente ricercato dall’Interpol per presunti reati sessuali commessi in Svezia. Poi il dominio Wikileaks.org diventa oggetto di ripetuti attacchi DDos che provocano l’eliminazione del dominio da everydns.com e il conseguente oscuramento del sito. Tuttavia questo non ha impedito a Assange di stare lontano dalla rete.

WikiLeaks è tornato visibile. Il sito da oggi è raggiungibile all’indirizzo http://213.251.145.96 che corrisponde al dominio www.wikileaks.ch. Un nuovo dominio svizzero per il sito più chiacchierato e cliccato della Rete.

Julian Assange di WikiLeaks ricercato dall’Interpol

Julian Assange

Julian Assange, il fondatore del sito WikiLeaks, è attualmente ricercato dall’Interpol, ma non per i motivi che potete immaginare. Assange infatti sarebbe ricercato per presunti reati sessuali commessi in Svezia.

Una vicenda che non ha niente a che vedere con WikiLeaks, il sito ultimamente è sulla bocca di tutti per via dei documenti “scottanti” pubblicati nei giorni scorsi, file che hanno scatenato un vero e proprio putiferio sui media di tutto il mondo.