Privacy e Facebook: il dilemma dei tag non voluti

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Facebook ha permesso sicuramente un accesso nuovo al mondo della visibilità. C’è chi è felice di essere onnipresente in tag di Facebook, e chi invece non lo gradisce, ma c’è una condizione particolare in cui anche chi è sempre felice di vedersi immortalato, non vuole comparire. Si tratta della solita scappatella, o ancora dei momenti in cui non si sta completamente in ordine, o infine quando si era ubriachi fradici e non ci si è resi nemmeno conto di essere fotografati. Da questo punto di vista, proprio ieri l’azienda capitanata da Mark Zuckerberg, ha deciso di avviare una iniziativa a riguardo che partirà dal network in versione americana e come sempre si estenderà al resto delle 64 lingue.
Jason Kincaid, inviato di Techcrunch ha riportato che nella conferenza sono stati presentati dei cambiamenti della privacy su Facebook. Come primo c’è quello di una facile divulgazione dei dati delle persone sulla rete. Cioè, ci sarà un pannello di controllo che permetterà agli iscritti di sollecitare l’uso su Facebook del loro materiale preso dai motori di ricerca. Secondo le fonti, l’utente dovrebbe renderssi “visible to everyone”, al punto da rimanere bene indicizzato anche sui motori di ricerca al fine di dare la possibilità di rendersi visibile. Il problema è che la visibilità su siti come Google non sempre può essere idonea agli utilizzi. Molte delle sciocchezze che vengono scritte su Facebook, non sempre vogliono essere divulgate all’esterno, questo potrebbe essere un doppio gioco anche a livello professionale con decrutazioni di punti sul personale. Sarebbe sicuramente una catastrofe per la privacy dei singoli. Infatti, quello che non viene spiegato alla conferenza (etichettata poi come una pubblicità ingannevole), è che sul piano tecnico di Facebook il discorso sembra conveniente al punto che le applicazioni ed il resto dei dati per social network sarebbero indicizzati alla grande con visite semplificate, mentre dal punto di vista degli utenti sarebbe una tragedia e sicuramente molti avrebbero conseguenze catastrofiche. La possibilità che vuole essere sfruttata dal social network è quella di utilizzare l’utente come oggetto senza farglielo sapere…e questo è un dramma per la rete.

153 commenti su “Privacy e Facebook: il dilemma dei tag non voluti”

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