L’offesa su Facebook è reato

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Finalmente una sentenza a favore di chi non è in grado di difendersi su Internet e molto spesso viene attaccato ad armi impari. Nel Tribunale di Monza, alla Sezione IV Civile, è stata data una sentenza in data 2 Marzo 2010 che riporta il numero 770, che ha stabilito che chiunque leda la reputazione, oppure l’onore o ancora il decoro di una persona fisica tramite il social network Facebook, è obbligato a corrispondere all’offeso un risarcimento del danno.
A far pubblicare questa sentenza, il caso di una giovane donna affetta da strabismo (tecnicamente affetta da estropia congenita), entrata in amicizia con un suo conoscente tramite Facebook. Questa amicizia si è trasformata nel tempo in una storia d’amore. Pian piano però, complice forse il carattere un po’ pressante della donna, il giovane si è stufato della relazione ed ha deciso di finire il rapporto amoroso pubblicando un messaggio sulla bacheca di Facebook.

La ragazza, dal canto suo, sentendosi lesa nella sua dignità l’ha citato a giudizio, portando prove che nel messaggio il giovane l’ha offesa per il suo aspetto fisico e per lo strabismo. Qui è scattato il risarcimento del danno morale soggettivo relativo alla lesione subita. Il risarcimento soggettivo avrà comunque un resoconto in danno patrimoniale a restauro della lesione subita.
Alla luce dell’avvenimento di Monza, il danno e la lesione subita alla reputazione, l’onore, il decoro della vittima, è quantificabile per i valori attuali a titolo di danni morali in una somma pari a 15.000 euro. Partendo dal presupposto che è da evitare qualsiasi forma di violenza verbale ed offesa a priori, anche nel caso social network, ponete attenzione quindi prima di scrivere sentenze affrettate on line.

Il caso è stato ripreso dalle TV nazionali e dai maggiori network di informazione on line, come un esempio di come l’Italia non sia stata pionieristica nel realizzare una sentenza di questo tipo, vista l’urgenza di dover tutelare gli utenti on line.

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