L’inglese vietato sui media in Cina

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Mentre vi parlavamo del viaggio di Mark Zukerberg in Cina, ecco che la governance locale cambia le “regole del gioco” per tutti i social media con il seguente decreto: “Le parole straniere mischiate con quelle cinesi danneggiano gravemente la purezza della lingua cinese e turbano l’altrimenti sano e armonioso ambiente culturale“.

Queste le parole precise, che continuano con il divietodi introdurre dei termini stranieri come parole o abbreviazioni in inglese nelle pubblicazioni in cinese e di creare dei termini che non sono né cinesi né stranieri e il cui significato non è chiaro“.

Stesso discorso varrebbe per chi utilizza i social network (anche le aziende). I blogger, ad esempio, già privati grazie alle “muraglie informatiche” di una serie di connessioni con i social network, si trovano ancora di più fuori dal mondo. Questo progetto di protezione è costato oltre 6,4 miliardi di yuan (più di 650 milioni di euro).

Mentre Facebook cerca di entrare nel Paese mandarino, quindi, il Governo cerca di mettere sempre più fuori gli occidentali dalla “pulizia” del Paese.

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