Iran, Twitter e le elezioni riportano vecchie cronache

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Oggi 22 giugno 2009, arrivano le notizie da Theran che la notte è passata tranquilla per la prima volta dall’ormai nota contestazione avviatasi dopo lo spoglio elettorale del 12 Giugno 2009. Come è ben noto, qui si è decretata la vittoria (messa poi in discussione) di Mahmoud Ahmadinejad, ma il dopo elezioni è diventato una protesta molto forte come non si vedevano dal lontano 1979, quando è scoppiata la Rivoluzione Islamica.
Ovviamente gli scontri che sono avvenuti in questi giorni sono stati molto duri e soprattutto le autorità hanno dovuto fare molti scontri (pure di sangue) con i manifestanti. Si contano le vittime e la televisione locale ne conta 10, mentre le televisioni internaionali (come la CNN) ne conta 19 oltre che le centinaia di feriti e l’oltre mezzo migliaio di arrestati. Tra gli arrestati c’è un personaggio di spicco della politica Iraniana, Faezeh Hashemi, figlia dell’ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani, rilasciata sotto cauzione in queste ore. L’utilizzo dei social network è stato inizialmente abolito, al punto di decidere di non veicolare gli strumenti mediatici per reperire dei mercenari di manifestazione. Twitter, in primis, sembra il social network preferito dagli utenti “di guerra”. Il candidato riformista che ha perso le elezioni, Mousavi, continua infatti ad utilizzare il mezzo di scambio sociale come bollettino notiziario personale, ma soprattutto come un mezzo di provocazione sociale. Infatti, i continui aggiornamenti del suo profilo, fanno capire le proprie intenzioni di “guerra”. L’ultimo aggiornamento molto significativo è: “Sono preparato al martirio, continuate lo sciopero se mi arrestano“. Un invito a combattere fino alla fine. I network locali continuano ad accusare l’utilizzo strumentalizzato di questi media sociali, soprattutto per incentivare la popolazione definita “meno acculturata” e più suscettibile alle lotte di classe.
Staremo comunque a vedere le evoluzioni nel tempo di questa ressa che sembra ormai senza fine, basata su un mezzo di comunicazione completamente occidentale.

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