Facebook vuole lanciare un’app per l’anonimato

Stando a quelle che sono le ultime informazioni disponibili Facebook starebbe lavorando ad un’applicazione che dovrebbe permettere agli utenti di interagire in modo completamente anonimo.

Facebook vuole lanciare un'app per l'anonimato

Al momento non si tratta ancora di una notizia ufficiale ma Mike Isaac del New York Times afferma di aver parlato con alcune persone coinvolte nel progetto che gli hanno confermato l’esistenza del progetto.

La fine dell’anonimato

Già a partire dagli anni ’90, Internet, è stato visto come un mondo in cui ognuno metteva in piazza la sua realtà.

Un tempo probabilmente, era diversa la tipologia di contenuti privati che andavano a circolare sulla rete, forse perché più legata a quelli aziendali e non a quelli privati.

AboutEveryone: lasciare commenti anonimi agli amici di Facebook

Tra le principali risorse attualmente esistenti mediante cui comunicare in modo rapido ed immediato con amici, parenti e colleghi spicca, in primis, Facebook, il social network per eccellenza.

Tuttavia vi è comunque da sottolineare che, sebbene quest’ultimo metta a disposizione dei suoi utilizzatori le più svariate modalità di comunicazione non consente però di lasciare messaggi e commenti in forma anonima agli utenti con i quali si è in contatto.

Dal Texas si torna a bomba sulla questione privacy

Da quando sono nati e sono evoluti i social network, argomento fisso nelle rubriche dei magazine è quello della privacy. E sicuramente questo è un punto da tenere in considerazione per tutti gli utenti di questi siti perchè ogni giorno ci sono novità in proposito che danno ai malintenzionati la possibilità di risalire a dati personali che non vogliamo divulgare. La notizia arriva dall’Università del Texas dove alcuni ricercatori, facendo una combinazione dei dati disponibili on-line pubblicamente sono giunti a risultati non confortanti. Per fare questo test, i ricercatori hanno utilizzato due servizi abbastanza noti e nello specifico Flickr (portale di condivisione foto / video) e Twitter (l’ormai celeberrimo servizio di microblogging). A partire dai dati dei profili pubblici disponibili su questi siti, li hanno resi anonimi per verificarne la validità nei propri algoritmi. Lo scopo dello studio era di rilevare i dati sensibili basandosi solo sui dati pubblici ma soprattutto sulle correlazioni di utenti amici per capirne le derivazioni.