L’alcolismo cresce con i social network

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Secondo uno studio pubblicato sull’Annale di Medicina “Annals of Internal Medicine” curato dai ricercatori medici della Harvard Medical School di Boston guidati dal dottor J. Niels Rosenquist, negli Stati Uniti d’America come nel resto del mondo, i social network sarebbero legati al consumo dell’alcol. Quindi a partire da Facebook, Twitter, MySpace, YouTube e lo stesso Messenger, farebbe si che questa frequenza seppur virtuale di ambienti di comunicazione faccia aumentare la tendenza all’abuso di alcolici ingenerale come birra, liquore e vino.
Questa ricerca è stata condotta su oltre 12.000 soggetti, ed ha tenuto i tester sotto esame per ben 32 mesi. Il risultato è che esiste un forte legame tra le amicizie fatte sui social network ed il forte consumo di alcolici. Il frequentare un bevitore porta ad un aumento della tendenza al bere che supera il 50%. D’altro canto stesso discorso vale per chi invece frequenta degli astemi on line.


Il consumo andrebbe comunque non comunicato in maniera così evidente per evitare situazioni di impenno tali.
Secondo quanto dichiarato dal dottor Rosenquist, però a dare il “peggior esempio“, anche se relativamente sono le conoscenze femminili, infatti ha detto che: “‘Conta anche il genere dell’amico bevitore. Fra due amici, un maschio e una femmina, l’influenza sarebbe maggiore se iniziasse a bere la donna”.

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