La crisi in Grecia si segue su Twitter e Youtube

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Da quando i Social Media hanno ampliato il modo di vedere il mondo, è stato possibile assistere a un veloce meccanismo di accesso a qualunque genere di informazione, testuale o video, in tempo reale.

Così, se su Twitter, proprio nel momento in cui stava accadendo, sotto i nostri occhi, il disastro in Abruzzo, si potevano leggere messaggi d’aiuto della popolazione colpita – quella che aveva ancora la possibilità di collegarsi a Internet, almeno – semplicemente accedendo al proprio profilo, anche oggi, è possibile visualizzare su YouTube e sui Social Network,  Twitter ancora una volta il più efficace, ciò che accade nel mondo, che succeda a pochi passi da noi o lontano mille miglia.  In questo caso la situazione calda in Grecia,attizzata dal fuoco della paura e della crisi dilagante.

La crisi della Grecia, che sta portando a scontri sempre più violenti, può essere seguita non solo durante i Tg, che coprono una percentuale bassissima dell’informazione effettiva che arriva da quel fronte caldo, ma soprattutto tramite i video che vengono postati su YouTube, intensificando la sensazione che tutto si può sapere, tutto può esser visto, tutto può arrivare a noi senza nessun filtro.  Il filo sottile che lega l’informazione dal reportage è stato spezzato proprio dai Social Media, che collegano e legano, intensificano, aggiornano. Aggirando il sistema che non inquadra le situazioni mondiali nel loro reale divenire.

Le immagini che arrivano dalla Grecia sono crude, violente. Lo scenario sembra quello di una guerra – maschere antigas, fuoco, risse per strada – e non lasciano presagire nulla di buono. Tutto quello che accade può essere semplicemente seguito grazie a un update di status su un Social Network qualsiasi, da parte di chi si trova lì, di chi ha visto e continua a vedere la morte intorno, ma ha ancora la forza di renderne conto al mondo con un click.

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