Via al social network della “buone azioni”

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Il suo nome sarà “Ifwerantheworld” e sarà strutturato come Google per raccogliere le cause sociali inattive nel mondo per trasformarle in obiettivi da perseguire.
A partire dalla corsa di Barack Obama alla Casa Bianca, trionfante con i 650.000.000 di dollari raccolti anche tramite le donazioni fatte on-line, uno studio ha dimostrato che la rete come aggregatore di tanti piccoli sforzi individuali, può raggiungere dei risultati importanti che all’apparenza sembrano impossibili. Il social network è ancora in fase di progettazione e potremmo tradurlo come “Se guidassimo il mondo…“. Il suo funzionamento è stato già ampiamente spiegato in anticipo da Wired: al login gli utenti si troveranno di fronte una pagina pulita di ricerca come quella di Google con il caposaldo “Se guidassi il mondo vorrei…” permettendo di inserire dopo i punti sospensivi il proprio pensiero per un mondo migliore. A tal punto grazie al motore di Google, verranno mostrate una serie di attività e siti istituzionali ai quali ognuno può accodarsi per raggiungere il proprio obiettivo.
L’idea nasce dalla Marketer Cindy Gallop che insieme al programmatore Wendell Davis sta sviluppando l’idea. I dati che provengono dal Center for the Digital Future della University of Southern California, vogliono il 75% degli iscritti ai social network, coinvolti in attività di volontariato. La Gallop ha dichiarato: “Troppo spesso gli strumenti forniti da social network come Facebook permettono alla gente di chiamarsi a raccolta, non di agire (…) invece Ifwerantheworld vuole divenire una realtà che mostrerà agli utenti il progresso delle proprie azioni”.
L’idea nata come no profit, si è trasformata poi in profit perchè il servizio servirà anche per dare utili servizi di sensibilizzazione della clientela e riguardo ciò Cindy ha detto: “Un’azienda potrebbe offrire premi o sconti a chi compie determinate azioni. È un meccanismo che fa bene a tutti: alla causa, che ottiene maggior sostegno, alla gente, che viene premiata, e al marchio, che si fa pubblicità”.
Quest’idea ha già un precedente in Canada di nome Akoha, dove la logica però è alquanto diversa, qui infatti si tratta di un gioco on-line dove ogni utente ha a disposizione un mazzo di carte (da cinque dollari) contenente le buone azioni da fare nella vita reale, e ad ogni colpo messo a segno si sale nella classifica on-line.

384 commenti su “Via al social network della “buone azioni””

  1. Painters may also take continuing education courses
    to keep up with new trends in the art world.Decorators, on the other
    hand, often learn their trade through apprenticeships or
    on-the-job training.

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    divisions.

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