Charlie Sheen fa flop e insulta i fan su Twitter

Il successo di Charlie Sheen su Twitter è enorme, e non lo si può negare. Ma purtroppo chi è cool (cioè figo) sui social, spesso non lo è di persona, non importa se si tratta di un vip odi  un tizio qualsiasi. E il caso di Charlie Sheen ce lo dimostra. Sabato scorso a Detroit il chiacchierato attore ha dato il via al suo nuovo show, dal nome My Violent Torpedo of Truth. Ma chi si aspettava un Charlie in forma smagliante, si è dovuto presto ricredere perché la prima si è rivelata un flop. L’attore, una volta salito sul palco, si è dimostrato assai meno divertente che su Twitter, facendo ricorso a battute vecchie e oscenità gratuite. Col risultato che buona parte delle 4700 persone presenti allo spettacolo ha cominciato a gridare che voleva indietro i loro soldi.

Il fenomeno Charlie Sheen su Twitter sembra nato dalla curiosità morbosa della gente verso la vita sregolata dell’attore, ma questo, evidentemente, non è bastato a trasformare una folla di cyber voyeur in fan adoranti e pronti a tutto.

Google Wave è un flop?

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Negli ultimi tempi si è parlato tanto, nel bene e nel male, di Google Wave, la novità di casa Google che promette di essere il primo esempio di web totale. Ma la creatura di Big G non è stata solo oggetto di lodi e pareri positivi: parecchie sono le critiche e i dubbi che Google Wave ha attirato a sé in questi giorni, e la responsabilità sembra essere proprio della compagnia di Mountain View.

In particolare la società Google è stata accusata di voler creare troppe aspettative attorno a Google Wave, magnificando il prodotto in maniera eccessiva e attirando a sé gli utenti con l’esca di un’anteprima beta riservata a 100.000 utenti, una mossa pubblicitaria sfociata in un’asta su eBay dove gli inviti per Google Wave hanno raggiunto in questi giorni la quota di 5.000 dollari. Un prezzo troppo alto per una società che, a conti fatti, nel campo del web sociale si è mossa sempre con notevole ritardo.

In questi anni Google ha puntato di più sull’integrazione tra i prodotti (Gmail, Google Docs, Reader, Picasa, ma soprattutto Blogger e Adsense) che sul carattere prettamente “social” delle sue applicazioni. Ma internet non è solo un posto dove cercare informazioni e fare e-commerce, ma un luogo dove divertirsi, giocare e conoscere persone nuove, in una parola “socializzare“.

Facebook non decolla in Cina

Il fenomeno di Facebook sembra necessitare di un ridimensionamento dato dalle statistiche (non ufficiali) dei paesi dell’Est. In effetti, sembra che il super network da 175.000.000 di utenti, non trovi spazio nella più grande comunità di navigatori mondiali: la Cina.
Il paese che conta circa 300 milioni di internauti, ha solo 1.000 iscritti a Facebook. Questo conferma che il paese della Grande Muraglia, ha un modo tutto suo di vivere Internet ed i fenomeni del Web. Ci è passato Google che viene quotidianamente sorpassato dal rivale dagli occhi a mandorla Baidu, oppure il provider di posta e news Yahoo che ha un concorrente spietato come Sina e Sohu. In ultimo ma non per importanza è l’inutilizzo del client di messaggistica Messenger della Microsoft sorpassato dal cinese QQ.
Secondo i rumors il flop di Facebook in Asia è dovuto ad una molteplicità di fattori quali quelli culturali, politici ed economici che insieme fanno una barriera tra Oriente ed Occidente. I sociologi cinesi discutono sul fatto che molti cittadini cinesi non hanno interesse ad ampliare la propria cultura ed e le proprie conoscenze, ma soprattutto non hanno interesse a rendersi pubblici ed infatti gradiscono i network che utilizzano nickname.
La Cina comunque ha i propri social network come Xiaonei (nato a Dicembre 2005) ed il network della Università Tsinghua di Pechino che conta oltre 15.000.000 di utenti.