Facebook: meno di 5 contatti separano un utente da un altro

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Gli iscritti a Facebook sono, allo stato attuale delle cose, collegati tra loro così come non mai e mediamente due persone sono separate da meno 5 contatti intermedi: questo è esattamente quanto emerso da una recente ricerca condotta dall’Università di Milano in collaborazione con gli analisti del rinomato social network in blu.

Infatti, tenendo conto di quella che è la celebre teoria dei sei gradi di separazione (secondo la quale, appunto, qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze costituita da non più di 5 intermediari) elaborata sul finire degli anni 60 dallo psicologo statunitense Stanley Milgram, e conseguenzialmente alle recenti indagini condotte è stato possibile ridurre il celebre numero a 4,74.

Instant messaging collettivo su Neat Chat

neatchat

Avete mai avuto la necessità di chattare con un determinato gruppo di persone senza essere disturbati dagli altri contatti? Può capitare per organizzare una festa, una semplice uscita tra amici, ma anche per questioni di lavoro o di studio.

Eppure in questi casi non si sa bene come risolvere il problema “indesiderati”. Ci si può scambiare email con più destinatari, ma senza quella sensazione di immediatezza che sa dare una chat; stessa cosa per quanto riguarda i messaggi collettivi via Facebook. Si possono invitare più contatti MSN in una conversazione, ma per chi possiede un numero elevato di contatti c’è sempre il rischio di venire distratti da altre conversazioni.

Facebook: le nuove impostazioni della privacy non convincono gli utenti

facebook niente privacy

Le nuove impostazioni della privacy volute da Facebook, avrebbero dovuto, in teoria, darci maggiore controllo per proteggere i dati sensibili con più sicurezza. Ma è davvero così?  Andando nelle impostazioni della privacy di Facebook ci ritroviamo davanti una serie di campi da selezionare per decidere chi può visualizzare le nostre informazioni del profilo. Tutto sembra immutato, ad eccezione di un piccolo particolare: è scomparsa la possibilità di non rendere pubblica la lista degli amici che ci seguono su Facebook, e questo di fatto toglie agli utenti la possibilità di rimanere “invisibili” sul web.

Facciamo un esempio pratico, immaginando di voler nascondere a una o più persone il fatto di esserci iscritti a Facebook. Un utente può scegliere di non consentire che il suo profilo venga indicizzato dai motori di ricerca come Google, e magari anche limitare la ricerca interna di Facebook ai soli amici. Tuttavia, se un estraneo, navigando sul web, s’imbatte in un profilo di qualcuno e trova la nostra foto o il nostro nome nel suo elenco di amici, ecco svanire la nostra pretesa di anonimato.

TwitLists: le liste Twitter e i client supportati

liste twitter

Le TwitLists sono l’ultima novità di Twitter per gestire meglio i contatti. Si tratta di una funzione che permette di creare e gestire degli elenchi divisi per categorie dove “raggruppare” i nostri contatti. A differenza di altri meccanismi simili, come i gruppi “famiglia“, “amici” o “collaboratori” presenti in MSN, su Twitter non ci sono liste pre-organizzate, ma dobbiamo crearle da zero, assegnargli il nome che vogliamo, e scegliere se rendere queste liste pubbliche e visibili a tutti, oppure mantenerle private.

L’aspetto più interessante delle liste Twitter è che proprio come per i nostri contatti, qui possiamo “followare” intere liste, e seguire uno o più gruppi di contatti.

Twitter e privacy: la disavventura di David Pogue

Rispettare la privacy di un individuo, anche se si tratta di un personaggio pubblico, sembra essere una cosa sacrosanta per i navigatori americani. La prova ci viene fornita dalla buffa disavventura di David Pogue, famosissimo tech columnist del New York Times. Pogue ha dato per errore il suo cellulare su twitter, inoltrandolo ad una lista di “followers” che comprende circa 21.000 contatti.

Le intenzioni di David Pogue erano assai meno invasive, in realtà quel numero avrebbe dovuto pervenire a pochi e selezionati contatti. Ma la fretta gli è stata fatale, e il giornalista ha dimenticato di digitare la D per inserire il comando Direct Message, cioè “messaggio privato”. Quando si è accorto dell’errore, era già troppo tardi: il suo numero era stato inviato alle bacheche di tutti gli utenti. David Pogue non ha potuto fare altro che inviare subito un altro twitt, in cui chiedeva ai suoi followers di cancellare il messaggio precedente e di non usare il numero che vi era scritto. E infatti, nessuno ha mai chiamato quel numero.

Mania retrosexual: quando ritrovare l’ex su Facebook è una vera seccatura

Su Facebook è scoppiata la mania di ritrovare l’ex fidanzato o l’ex fidanzata. Questo fenomeno chiamato “retrosexual”, consiste nel riprendere i contatti con un vecchio amore, sfruttando l’immediatezza del social network che rende possibile inviare una richiesta d’amicizia con un semplice click. In alcuni casi, pare che sia rinata l’amicizia, in altri addirittura è scoppiato nuovamente l’amore.

La mania retrosexual è legata alla voglia di tornare giovani, alla ricerca di felicità idealizzate. Alle volte però, ritrovare l’ex su Facebook può rivelarsi una vera seccatura. E’ possibile che il rapporto si sia interrotto in maniera brusca, e che non si voglia rivedere l’ex nemmeno in fotografia (incluso l’avatar), ma per una forma di cortesia abbiamo accettato la sua richiesta di amicizia, ritrovandoci la casella di posta intasata da mails, strane applicazioni, appuntamenti, e inviti ad eventi ai quali “magari si può andare insieme”. Per evitare che il retrosexual degeneri, dando luogo a situazioni spiacevoli, il consiglio che danno gli psicologi è semplicissimo: indicare sempre il proprio stato civile nel blocco delle informazioni.