USA: turisti britannici arrestati per un tweet

Potrebbe sembrare la bizzarra trama di un film comico o, perchè no, anche di uno d’azione ma, invece, la vicenda verificatasi nel corso delle ultime ore che ha visto come protagonisti due turisti britannici e Twitter ha ben poco a che vedere con il grande schermo.

All’aeroporto di Los Angeles, infatti, sono stati arrestati Leigh Van Bryan e Emily Bunting, due turisti del Regno Unito, che, intenzionati a recarsi negli Stati Uniti per trascorrere una vacanza ed eccessivamente entusiasti della meta scelta, hanno deciso di comunicare ai propri amici di Twitter la cosa dichiarano, sicuramente in maniera scherzosa, di essere intenzionati a radere al suolo l’intero paese.

Londra: incitavano alla rivolta su Facebook, arrestati due ragazzi

Due ragazzi sono stati arrestati e condannati a quattro anni di carcere per aver tentato di organizzare nuovi disordini a Londra durante la rivolta. Jordan Blackshaw e Perry Sutcliffe-Keenan, rispettivamente di 20 e 22 anni, si servivano di Facebook per fomentare la rabbia dei coetanei e progettare nuovi scenari di guerriglia urbana nella contea di Cheshire. Scoperti, i due sono stati arrestati e condannati a 4 anni di carcere.

Secondo il Guardian , Blackshaw aveva creato un evento su Facebook chiamato Smash Down Town Northwich. Sutcliffe-Keenan invece aveva creato una pagina fan per indurre alla sommossa a Warrington. Fortunatamente, nessuna di queste iniziative virtuali ha portato a conseguenze reali, ma la polizia ha deciso di procedere comunque all’arresto per inviare un messaggio forte alla comunità. La paura è che i nuovi media, come Facebook e i social network, forniscano supporto alle attività criminali.

A Barletta, ancora Facebook e cronaca

 

Questa volta parliamo di qualcosa che va oltre lo stalking. Già in passato abbiamo più volte avuto notizie di casi di stalking avviatisi tramite relazioni nate sul web con perfetti sconosciuti. Purtroppo questa volta la cronaca è andata un po’ oltre.

Siamo a Barletta, dove due giovani conosciuti su Facebook hanno cominciato una convivenza da due mesi, lui un 22enne e lei una 21enne. All’inizio sembrava che tutto fosse rose e fiori, infatti, il giovane di Barletta si è sempre comportato molto bene, fino a che ha cominciato a cambiare il suo atteggiamento, diventando sempre più nervoso con la giovane di origini Manfredoniane, fino al punto di non rivolgerle nemmeno più il saluto di mattina.
Dopo questo cambiamento radicale avuto solo in due mesi, il giovane è passato dal turpiloquio alle violenze fisiche. Infatti, dai referti si riporta che la giovane ogni giorno subiva continue violenze fisiche nell’ordine di calci e pugni.

Facebook evita il carcere ad un americano

Sbarre

Negli ultimi tempi abbiamo assistito all’utilizzo di Facebook, come un mezzo che va d’amore o di contrasto con la legge. Di recente abbiamo parlato dei casi più disparati di cronaca, dove il social network è stato complice delle catture e paladino della giustizia, ma anche molto spesso complice di danneggiamenti di privacy delle persone. Il protagonista della storia è un giovane residente di New York accusato di furto.

Il tutto è accaduto lo scorso 17 Ottobre a Rodney Bradford, un giovane di 19 anni che vive a New York, e che mentre stava facendo colazione, si è reso conto di aver finito i propri pan-cake. A questo accorgimento, il giovane Rodney non si è perso d’animo ed ha pubblicato uno status nel suo profilo alle 11.49 dove ha scritto: “Dove sono finiti i miei pancake?“.

Facebook, un nuovo caso di stalking ma a lieto fine

stalker

Sembra che ci stiamo abituando a sentire notizie di cronaca che vedono di buon occhio il social network Facebook. Mentre c’è stato il periodo primaverile ed estivo del 2009, che ci aveva abituato alle “crisi” legali avute dal social network a causa dei continui attacchi per la tutela della privacy del propri utenti, in questo periodo stiamo vivendo delle buone notizie che provengono dall’interazione di utenti e della rete sociale.

Arrestata per pedopornografia dopo aver pubblicato le sue foto su MySpace

Il dubbio è amletico e posto dalla dottoressa Giuliana Proietti leggendo il quotidiano britannico Daily Mail:
“Una ragazzina di quattordici anni che mette sue foto erotiche su MySpace è da condannare per molestie sessuali, o è invece lei stessa una vittima di molestie sessuali, perpetrate nei suoi confronti dal mondo adulto?”
La notizia di una ragazzina quattordicenne del New Jersey, di cui non si è reso pubblico il nome, è stata processata per pedopornografia dopo aver pubblicato circa 30 foto sul social network MySpace, in cui si mostrava nuda. Il processo è terminato con l’arresto della ragazzina. Le immagini che potevano essere viste da tutti gli amici ed i conoscenti, erano state pubblicate (a dire della giovane) per mostrarle al proprio fidanzatino. La Polizia americana è giunta sulle sue tracce dopo aver ricevuto una segnalazione del National Center for Missing and Exploited Children.
Il suo curriculum ha aggiunto tra i suoi titoli quello di “sex offender“, che di conseguenza, implica l’avviso a tutto il suo vicinato di avere per vicina di casa una molestatrice sessuale. Il dubbio posto dalla dottoressa è molto interessante e occupandoci noi dei social network, non possiamo evitare di amplificare la sua domanda. Nel mondo dei social network il proprio fisico e la propria appariscenza, è divenuta più importante dell’intelligenza, del carisma e della propria cultura?