Facebook censurato in Danimarca per pedopornografia, ma è un errore

Facebook e Google sono stati oscurati la scorsa settimana per qualche ora in Danimarca nel corso di una abituale operazione di censura attuata dalla polizia locale atta a bloccare i siti internet contenenti del materiale pedopornografico. L’errore da parte del National High Tech Crime Center danese ha creato imbarazzo e anche qualche polemica, ma nel giro di qualche ora la situazione è tornata alla normalità.

Tutto è successo durante una canonica strategia di censura contro otto migliaia di portali web accusati di detenere potenzialmente del materiale di origine pedopornografica.

Stop al porno spam su Facebook

Il gran flusso di immagini porno e violente che, da diverse ore a questa parte, stavano impazzando su Facebook, soltanto da pochissimo sembrerebbe essersi interrotto completamente e, a quanto pare, la normalità è tornata nuovamente a regnare sovrana tra i meandri della rinomata risorsa di social networking.

I tecnici di Facebook, infatti, hanno dichiarato di aver posto rimedio alla vulnerabilità cross-site scripting (XSS) che era stata indicata come alla base del fastidioso attacco di spam “a luci rosse”.

Facebook sommerso da un’ondata di spam a luci rosse

Quello che sta accadendo nelle ultime ore su Facebook ha lasciato di stucco moltissimi iscritti che, a quanto pare, conseguenzialmente alla scoperta da parte di un gruppo di misteriosi hacker di una vulnerabilità, la rinomata risorsa di social networking risulta ora sommersa da una vera e propria ondata di spam a luci rosse.

Si tratta, sostanzialmente, di falsi contenuti porno con tanto di link di collegamento a quella che, ipoteticamente, dovrebbe essere la relativa pagina web originaria e che qualora cliccato agisce trasformando i tradizionali feed presenti in homepage in una cartella piena zeppa di foto hardcore di ogni genere, molte delle quali false ed in cui, ad esempio, è ritratto  Justin Bieber in situazioni tutt’altro che pudiche, e di foto facenti riferimento ad abusi sugli animali.

PhotoDNA: Facebook e Microsoft combattono la pedopornografia

Nel lontano, ma non troppo, 2009 Microsoft aveva dato vita ad una nuova tecnologia mediante cui individuare le foto raffiguranti gli abusi sui minori presenti, in maniera tristemente comune, in rete, donandola poi, successivamente, al NCMEC (National Center for Missing and Exploited Children) al fine di contribuire, in maniera quanto più efficace possibile, nella lotta contro la pedopornografia sul web.

La tecnologia in questione, conosciuta anche come “robust hashing”, prevede il calcolo e l’analisi delle caratteristiche distintive di una specifica immagine disponibile online in modo tale da poterla poi abbinare ad ulteriori copie della medesima.

Arrestata per pedopornografia dopo aver pubblicato le sue foto su MySpace

Il dubbio è amletico e posto dalla dottoressa Giuliana Proietti leggendo il quotidiano britannico Daily Mail:
“Una ragazzina di quattordici anni che mette sue foto erotiche su MySpace è da condannare per molestie sessuali, o è invece lei stessa una vittima di molestie sessuali, perpetrate nei suoi confronti dal mondo adulto?”
La notizia di una ragazzina quattordicenne del New Jersey, di cui non si è reso pubblico il nome, è stata processata per pedopornografia dopo aver pubblicato circa 30 foto sul social network MySpace, in cui si mostrava nuda. Il processo è terminato con l’arresto della ragazzina. Le immagini che potevano essere viste da tutti gli amici ed i conoscenti, erano state pubblicate (a dire della giovane) per mostrarle al proprio fidanzatino. La Polizia americana è giunta sulle sue tracce dopo aver ricevuto una segnalazione del National Center for Missing and Exploited Children.
Il suo curriculum ha aggiunto tra i suoi titoli quello di “sex offender“, che di conseguenza, implica l’avviso a tutto il suo vicinato di avere per vicina di casa una molestatrice sessuale. Il dubbio posto dalla dottoressa è molto interessante e occupandoci noi dei social network, non possiamo evitare di amplificare la sua domanda. Nel mondo dei social network il proprio fisico e la propria appariscenza, è divenuta più importante dell’intelligenza, del carisma e della propria cultura?