La fiducia degli USA nei social network

Ve lo immaginate Il Sole24Ore o La Repubblica a pubblicare un annuncio di lavoro online per una figura professionale legata ai social network? Forse questo è chiedere troppo alla vostra immaginazione, ma probabilmente potete credere che si tratta esattamente di ciò che ha fatto il New York Times. Proprio oggi il principale quotidiano di New York ha pubblicato un annuncio su JournalismJobs.com in cui cerca un “Community & Social Media Producer“, dimostrando con questa accezione di considerare i social network alla stregua dei grandi mezzi di comunicazione di massa.

Twitter vince il Webby Award come Miglior Social Network del mondo

And the winner is…Twitter. Secondo la giuria di esperti del premio Webby, è Twitter il miglior Social Media Network nel panorama mondiale. Una giuria di esperti ha votato per decretare chi, tra i personaggi, le funzionalità e le piattaforme del web utilizzate tutti i giorni da migliaia di utenti, potesse rappresentare con tutti gli onori la propria categoria.

I Webby Awards premiano infatti ogni anno le eccellenze di Internet, non solo da un punto di vista prettamente tecnico, ma anche qualitativo. Per questo, oltre a Twitter, anche il New York Times con la sua versione on-line, The Economist per la fotografia, e il New Yorker, si sono aggiudicati l’ambita statuetta nell’ambito editoria e multimedia. Non solo persone fisiche, però, ma anche una accurata selezione dei migliori strumenti on-line in tutti gli ambiti possibili: assicurazioni, arredamento, volontariato, tra gli altri.

Twitter e privacy: la disavventura di David Pogue

Rispettare la privacy di un individuo, anche se si tratta di un personaggio pubblico, sembra essere una cosa sacrosanta per i navigatori americani. La prova ci viene fornita dalla buffa disavventura di David Pogue, famosissimo tech columnist del New York Times. Pogue ha dato per errore il suo cellulare su twitter, inoltrandolo ad una lista di “followers” che comprende circa 21.000 contatti.

Le intenzioni di David Pogue erano assai meno invasive, in realtà quel numero avrebbe dovuto pervenire a pochi e selezionati contatti. Ma la fretta gli è stata fatale, e il giornalista ha dimenticato di digitare la D per inserire il comando Direct Message, cioè “messaggio privato”. Quando si è accorto dell’errore, era già troppo tardi: il suo numero era stato inviato alle bacheche di tutti gli utenti. David Pogue non ha potuto fare altro che inviare subito un altro twitt, in cui chiedeva ai suoi followers di cancellare il messaggio precedente e di non usare il numero che vi era scritto. E infatti, nessuno ha mai chiamato quel numero.