Le linee guida della censura su Facebook

Tutti gli innumerevoli contenuti che, giorno dopo giorno, vengono condivisi su Facebook passano sotto l’occhio vigile ed attento di un ampio esercito di appositi moderatori, così com’era facile immaginare e così come confermato anche dal documento riservato apparso in rete nel corso delle ultime ore.

I moderatori sono, nella maggior parte dei casi, reclutati in outsourcing da grandi imprese come nel caso di oDesk, così come la stessa ragazza marocchina di 21 anni che, lavorando per un dollaro all’ora, ha provveduto a pubblicare online la sopracitata documentazione nella quale sono contenute le linee guida di tale attività e che considerando le informazioni in esso contenute ha già fatto il giro dell’intero web.

Moderati i social network al Washington Post

The Washington Post

Il pericolo incombente di chi lavora in un’azienda (o in questo caso una redazione) conosciutissima al mondo, è che può fare delle confidenze personali agli amici  mettendo a rischio l’incolumità aziendale. I più pericolosi tra gli amici, sono quelli dei social network che hanno la fama di avere la “bocca larga”. Secondo quanto dichiarato da Marcus Brauchli, editor del Washington Post: “Recenti circostanze hanno portato alla mia attenzione alcune voci pubblicate online che sono incompatibili con i nostri standard, di conseguenza, abbiamo deciso di accelerare il completamento di queste linee guida“.

Facebook contro la pubblicità invadente

Facebook ha deciso di intraprendere un’azione forte contro le applicazioni di terze parti che hanno abusato della popolare piattaforma per violare la privacy e diffondere i dati degli utenti nei loro banner pubblicitari, e dal 3 agosto cambieranno le linee guida degli ads presenti sul social network.

Un esempio: nella colonna di destra non troverete più banner con sotto le facce dei vostri amici, a meno che questa pubblicità non sia stata approvata da Facebook. E d’ora in poi agli sviluppatori di applicazioni di terze parti non sarà più consentito di inviare i dati degli utenti Facebook ad aziende o alle compagnie di pubblicità per le loro ricerche di mercato.