Facebook, essere gelosi può portare alla depressione

Ebbene si, stando a quanto emerso da una recente ricerca condotta dalla University of Missouri-Columbia su 700 studenti, essere gelosi su Facebook può portare alla depressione. È infatti capitato a molti di scorrere la homepage del social network per visualizzare quanto condiviso dagli amici e di sentirsi poi inesorabilmente assaliti da un senso di invidia quanto si legge delle glorie di uno più contatti. Si tratta di un’abitudine che, seppur apparentemente innocua, a lungo andare può nascondere un grave pericolo per la salute.

Immagine che mostra il logo di Facebook tridimensionale su sfondo bianco

Margaret Duffy, una delle responsabili della ricerca, afferma infatti che “Se Facebook viene utilizzato come strumento per paragonare la propria vita con quella degli altri, può avere un effetto negativo sulla psiche.” aggiungendo inoltre che “Se utilizzato per constatare tutte le conquiste degli amici, il social network può portare ad invidia e, di conseguenza, ad una grave forma di depressione.“.

Studio: Facebook non causa depressione

Facebook depressione

Facebook, il social network per eccellenza, è stato più e più volte criticato per l’essere in grado di favorire l’insorgere di crisi depressive ma stando a quanto emerso da una recente ricerca medica le cose non starebbero così e l’ipotesi, già da tempo oggetto di numerose critiche, sarebbe quindi stata smentita.

Stando infatti a quanto emerso dallo studio condotto dai ricercatori della University of Wisconsin School of Medicine and Public Health non vi sarebbe alcun nesso causale tra la frequentazione dei social network, ed in questo caso specifico Facebook, e l’insorgere della depressione anche nei giovanissimi, ovvero coloro che rientrano nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 23 anni.

Facebook: bambini ed adolescenti maggiormente a rischio di depressione

Secondo un recente studio condotto dalla  American Academy of Pediatrics, comprensiva di oltre 60.000 pediatri qualificati, Facebook, croce e delizia dei tempi moderni, costituirebbe un ulteriore fonte di pericolo per bambini ed adolescenti inclini ad un basso livello di autostima ed alla depressione.

Già in passato sono stati condotti ulteriori studi concernenti le medesime problematiche riguardanti però, prevalentemente, il mondo degli adulti ma, questa volta, l’attenzione degli studiosi si è invece concentrata sugli utenti rientranti nella più bassa fascia d’età e, a loro parere, ancor più inclini ad una problematica di questo tipo.

Da Facebook l’annuncio di un suicidio

 

L’utilizzo massimo di Facebook è diventato onnipresente nella vita di ognuno, e come già riportato più e più volte abbiamo visto il collegamente sempre più continuo che questo mezzo ha con la cronaca. Parliamo oggi di un giovane diciassettenne che ha utilizzato Facebook per inviare un messaggio di preavviso al suicidio ai propri amici.

Dopo aver fatto questo, le sue intenzioni sono state chiare: preso dalla depressione, è uscito di casa per andare vicino al Piave e buttarsi nello stesso. Questo malsano gesto, è solo l’ultimo di una lunga serie che ha fatto scattare la scintilla per il dibattito sulla comunicazione digitale.