Bol.it: il social per la cultura

 

Il portale Bol.it, continua a crescere ed ha presentato al grande pubblico la nuova area multimediale nata per la condivisione delle letture, con la collaborazione di due must della libreria che sono il Gruppo Mondadori e la società Zelanda, che promuove e gestisce sul web i marchi di Smemoranda e Zelig.

Con questo accordo, Bol.it e le due società sanciscono la nascita di questo nuovo spazio digitale, dove in primis si verrà a poter effettuare l’acquisto di libri, musica, film, periodici, giornali ed altri prodotti, e poi si potrà anche discutere e commentare i contenuti pubblicando non solo status testuali, ma anche video, link, foto e quanto altro. Il tutto il pieno stile di social network.

Googleplex, la vita secondo Google

Googleplex

Dopo avervi mostrato le meravigliose sedi di Facebook e Twitter, continuiamo la serie dei “posti più belli dove andare a lavorare” mostrandovi la monumentale sede di Google, più nota come Googleplex, dove si trova il quartier generale di Mountain View. E anche stavolta ci troviamo davanti a un posto da favola. Il Googleplex (da Google Complex) è una struttura molto ampia e ben accessoriata. Oltre agli uffici Google, il complesso presenta numerosi servizi e luoghi di ritrovo, come bar, palestra, piscina, ma anche come ambulatori medici, e un ristorante che serve cibo biologico.

Naturalmente, computer e laptop sono dappertutto, ma è solo un altro aspetto di quella che oggi viene comunemente chiamata la “cultura di Google“, un mix di nuove tecnologie e vita sociale. E uno spaccato di “Google Culture” si intravede anche nel divertente video girato dagli stessi Googler per presentare la sede di Mountain View.

Arrestata per pedopornografia dopo aver pubblicato le sue foto su MySpace

Il dubbio è amletico e posto dalla dottoressa Giuliana Proietti leggendo il quotidiano britannico Daily Mail:
“Una ragazzina di quattordici anni che mette sue foto erotiche su MySpace è da condannare per molestie sessuali, o è invece lei stessa una vittima di molestie sessuali, perpetrate nei suoi confronti dal mondo adulto?”
La notizia di una ragazzina quattordicenne del New Jersey, di cui non si è reso pubblico il nome, è stata processata per pedopornografia dopo aver pubblicato circa 30 foto sul social network MySpace, in cui si mostrava nuda. Il processo è terminato con l’arresto della ragazzina. Le immagini che potevano essere viste da tutti gli amici ed i conoscenti, erano state pubblicate (a dire della giovane) per mostrarle al proprio fidanzatino. La Polizia americana è giunta sulle sue tracce dopo aver ricevuto una segnalazione del National Center for Missing and Exploited Children.
Il suo curriculum ha aggiunto tra i suoi titoli quello di “sex offender“, che di conseguenza, implica l’avviso a tutto il suo vicinato di avere per vicina di casa una molestatrice sessuale. Il dubbio posto dalla dottoressa è molto interessante e occupandoci noi dei social network, non possiamo evitare di amplificare la sua domanda. Nel mondo dei social network il proprio fisico e la propria appariscenza, è divenuta più importante dell’intelligenza, del carisma e della propria cultura?